Gatti cosparsi di benzina e usati come fiammieri viventi per appiccare gli incendi sul Vesuvio. E’ questa la tecnica choc che, secondo il Mattino, i piromani avrebbero usato per devastare le zone boschive del vulcano e mettere in ginocchio l’intera regione, dall’agro aversano fino al salernitano.
Una tecnica assurda che lascia di stucco. I gatti sarebbero stati catturati dai criminali del fuoco, poi cosparsi di alcol o benzina, infine dati alle fiamme e fatti correre all’impazzata nel parco nazionale del Vesuvio fino alla morte. I poveri animali avrebbero poi innescato l’incendio come dei focolai viventi nelle zone dove la vegetazione diventa più fitta e inaccessibile.
L’incubo ha avuto inizio ieri mattina con due focolai innescati tra Ottaviano e Terzigno. Il vento ha fatto il resto, estendendo le fiamme fino a alla parte bassa del Vesuvio, a ridosso di case e ristoranti. Evacuate diverse attività ristorative e abitazioni nei comuni di Ercolano, Torre del Greco e Boscoreale. Paura per una famiglia rimasta intrappolata dalle fiamme che lambivano la propria abitazione, poi soccorsa e tratta in salvo.
Stamattina l’odore acre e la cenere hanno invaso tutta la provincia di Napoli da nord a Sud. Le fiamme sono state appiccate in otto punti diversi. Le fiamme hanno bruciato per tutta la notte. A lavoro vigili del fuoco e protezione civile che hanno fatto il possibile per evitare che le fiamme si propagassero ed arrivassero alle pendici del vulcano, dove sono ubicate le discariche. Un lavoro immane.
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