Gianfranco Franciosi: chi è il primo civile infiltrato nei narcos, protagonista de “Gli orologi del diavolo”

Gianfranco Franciosi è il protagonista del film “Gli orologi del diavolo”, che andrà in onda questa sera a partire dalle 21 e 20 su Rai 1. Il film nasce dall’omonimo libro, scritto da Federico Ruffo per Rizzoli. Esso narra la reale storia di Gianfranco Franciosi, il primo civile infiltrato nei narcos. Ma chi è Gianfranco Franciosi? Scopriamolo insieme.

Gianfranco Franciosi: ecco chi è

Gianfranco Franciosi nasce nel 1981 a Berna, in Svizzera. Figlio di madre spagnola, si trasferisce sin da piccolo a La Spezia, in Liguria, poiché i genitori, decisero di aprire un ristorante. Il padre di Gianfranco voleva che il figlio percorresse la sua stessa strada, ma l’uomo aveva altro in mentre. A soli quindici anni diventa papà di un bambino avuto dalla relazione con una ex ballerina degli 883. Sin da giovane comincia a costruire imbarcazioni e ben presto diventa un bravo meccanico navale.

L’incontro con la criminalità

Gianfranco Franciosi si accorge di essere entrato in contatto, senza saperlo, con la criminalità quando apprende dal telegiornale della morte di Giuseppe Valentini detto «Tortellino», un trafficante romano appartenete alla banda della Magliana.

Gianfranco conosce Valentini nel 2005. Il trafficante si presenta da lui per commissionargli un lavoro. Gli servono 40 gommoni ed è pronto a pagarlo in contanti. All’epoca Gianfranco aveva solo 25 anni, e complice l’ingenuità accetta il lavoro, senza farsi domande, diventando così il suo meccanico di fiducia. Quando, però, apprende dal telegiornale della morte di Valentini denuncia l’accaduto alla Polizia.

Dopo tre anni, l’incontro con Valentini sembra finito nel dimenticatoio, ma a Bocca di Magra dove risiede Gianfranco Franciosi arriva Elías Piñeiro Fernandez, rampollo di una famiglia di malavitosi galiziani. L’uomo chiede a Gianfranco di costruirgli dei gommoni, come faceva con Valentini. Il meccanico, quindi, decide di nuovo di denunciare e su consiglio della Polizia italiana comincia a collaborare con il malavitoso.

Gianfranco Franciosi: l’operazione Albatros e l’arresto

Quando Gianfranco Franciosi decide di collaborare con Fernandez, diviene un vero e proprio infiltrato. Con lui ha inizio infatti l’operazione Albatros. Non tutto va però per il meglio, infatti, durante un’operazione di trasporto da Bocca di Magra alla Spagna Gianfranco viene arrestato dalla Polizia francese, perché il suo status di agente interposto è riconosciuto solo dalle autorità italiane. La prigionia dura sette mesi, periodo questo in cui Franciosi non fa saltare la copertura. Tornato in libertà, decide di aiutare di nuovo la Polizia italiana, e grazie ad una trappola permette agli agenti di arrestare Elías.

Il programma protezione testimoni e la causa contro il Ministero degli interni

Con l’arresto di Fernandez, Gianfranco Franciosi entra a far parte del programma protezione testimoni, ma i continui cambiamenti di identità e luoghi mettono sotto pressione l’uomo. Sentitosi abbandonato dallo Stato, infatti, minaccia due volte di suicidarsi, in quanto non riesce, seppur qualificato a trovare lavoro. Franciosi decide quindi di muovere una causa contro il Ministero degli Interni italiano e la vince, riuscendo così a rimettere in piedi la sua attività. La malavita però pare che non si sia dimenticata di lui. Infatti, nel 2016, subisce molti atti intimidatori e addirittura fanno esplodere la sua fabbrica in Liguria.

Ad oggi, Franciosi, conduce una vita da sorvegliato. Di lui si occupano sia le Forze dell’ordine che dei civili che lo accompagnano in occasione dei suoi incontri con la cittadinanza. Inoltre sta raccogliendo fondi per donare un’ambulanza pediatrica e un’incubatrice.

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