Non solo reddito di cittadinanza. La Campania, purtroppo, conquista anche un altro tristissimo podio: è la seconda regione d’Italia per numero di Neet, cioè persone che non studiano né lavorano comprese nella fascia d’età che va dai 15 ai 29 anni. Sono il 34% del totale, poco meno della Sicilia (36%).
Campania, record di Neet: ragazzi che non studiano né lavorano
Secondo l’Istat sono 2 milioni in Italia. Poco più di 3 milioni se si alza il livello anagrafico ai 34 anni. La maggior parte si concentra proprio nel Mezzogiorno, dove sono circa 1,7 milioni. Un terzo del totale. Numeri deprimenti, che collocano l’Italia tra le nazioni peggiori d’Europa.
La percentuale era scesa prima della pandemia, per poi risalire vertigionsamente proprio durante gli anni del Covid. La media europea resta distante di almeno 10 punti. Un aumento dei Neet fotografa una situazione in cui le politiche del lavoro e dell’integrazione si stanno rivelando assenti o comunque poco efficaci. Tra i 15 e i 29 anni, al Sud, troppi giovani non si formano né lavorano. Significa che uno su dieci è fuori dal mondo della scuola (università) e del lavoro.
Al Sud più giovani “bloccati”
Nel Sud, in particolare, il fenomeno riguarda ormai una fascia di popolazione di età sempre più avanzata e di entità senza paragoni nel panorama europeo (Campania in testa con il 34,1%, seguita da Puglia 30,6%, Calabria 33,5% e Sicilia 36,3%). Un dato che va letto in corrispondenza con la crisi occupazionale, da sempre un punto debole del Mezzogiorno. Per questo il numero dei Neet cresce anche in proporzione al numero di percettori del reddito di cittadinanza, che si concentrano soprattutto al Sud. Anche in questo, la Campania conquista non solo il podio, ma persino il primato in Italia: secondo l’Inps, è la prima regione per famiglie percettrici nel 2022.