Stanno facendo discutere in rete le dichiarazioni del ginecologo Silvio Viale, dirigente dell’ospedale Sant’Anna di Torino. Il professionista ha pubblicato un post in rete dove spiega cosa sia l’Ittiosi Arlecchino di cui soffre Giovannino, il bimbo abbandonato dai genitori per la sua malattia alla pelle.
Il post del dottore
“All’Ospedale Sant’Anna di Torino la riservatezza è stata mantenuta per mesi – ha spiegato il dottore -, ma ora, che la notizia è di pubblico dominio, una riflessione è necessaria. Comprendo perfettamente la scelta dei genitori di non riconoscere il neonato. Una scelta doppiamente dolorosa, perché giunta improvvisa al termine atteso di una gravidanza desiderata. Chiunque di noi, potendo conoscere la diagnosi durante la gravidanza, abortirebbe. Chiunque di noi dovrebbe cercare di identificarsi con i genitori.
“Per capire cosa sia la Ittiosi Arlecchino, la variante peggiore della Ittiosi Autosomica Congenita, bisogna avere il coraggio di guardare le foto reperibili su qualsiasi motore di ricerca”. Poi la frase incriminata che ha scatenato la polemica in rete: “C’è da sperare davvero che non sopravviva, mentre è necessario garantire una assistenza adeguata per il periodo che dovesse sfuggire alla morte. Ora molti si offrono di accoglierlo, tra questi il Cottolengo, che ha una lunga esperienza per i casi più disperati. L’augurio e che possa trovare un ambiente accogliente, riservato, che lo assista amorevolmente per il periodo che sarà necessario”.
Infine conclude con una postilla; “Non dobbiamo essere eroi, ma rimanere pietosi nelle avversità, senza l’arroganza di ergersi a giudici di quello che pensiamo non saremo mai. Quei genitori, qualunque cosa pensassero prima della “disgrazia”, siamo tutti noi”.
Il precedente
Silvio Viale ha già fatto discutere di sé in passato. Convinto abortista, si vanta di aver praticato durante la sua carriera migliaia di aborti tanto da guadagnarsi il soprannome di “Dottor Morte”. In un’intervista rilasciata qualche mese fa a ‘La Zanzara’ dichiarava: “Dottor Morte? Mi chiamano anche così, ma non mi incazzo perché la morte fa parte della vita. Finora nella mia carriera credo di aver praticato circa 10mila aborti. Nell’ottica degli antiabortisti sono un pluriomicida, ma non me ne frega niente. Poi li voglio vedere quando avranno un test di gravidanza in mano che non volevano o una diagnosi che non gli piace”.
Cos’è l’Ittiosi Arlecchino
Ma di quale malattia soffre Giovannino? L’Ittiosi Arlecchino, conosciuta anche come feto Arlecchino, ittiosi diffusa o cheratosi fetale diffusa, è una grave disfunzione congenita della pelle e la più grave forma di ittiosi. La patologia è estremamente rara e in mancanza di dati epidemiologici esatti se ne stima una prevalenza inferiore ad un caso su un milione. I neonati, spesso prematuri, possono vivere poche ore o pochi giorni se le varie emergenze neonatali non sono affrontate correttamente e tempestivamente.
Per quanto riguarda l’aspetto dermatologico l’unica terapia efficace è quella basata sulla somministrazione di Retinoidi per via sistemica. Il paziente si presenta con una pelle spessa e rigida che ne può limitare in modo notevole i movimenti. La mancanza di elasticità della pelle rende difficoltosa la respirazione e comporta il principale rischio per il nascituro. In aggiunta, occhi, orecchie, labbra e dita possono presentare malformazioni di varia significatività, dovute alla disfunzionalità dell’epidermide. Le palpebre (ectropion) e le labbra (eclabion) si presentano rovesciate all’esterno sempre a causa della rigidità e dell’ispessimento della cute.