E’ finita. Stavolta è finita davvero la campagna elettorale più velenosa della storia della città. L’unica ad arrivare al ballottaggio dopo più di vent’anni. Da quando esiste questa legge elettorale solo Gerlini e Pirozzi e poi Gerlini e Grananta si sono scontrati a Giugliano nella sfida a due. Nel primo caso vinse a sorpresa Gerlini dopo un comizio di chiusura dai toni durissimi contro la camorra di Antonio Bassolino. Era il 1993 e a Giugliano c’erano meno di 50.000 elettori. Andò a votare la metà degli aventi diritto. Domenica saranno 98.000 ad avere il diritto di voto. C’è una città completamente diversa da amministrare e una sfida difficile da codificare. Da un lato Poziello appoggiato da una coalizione che unisce società civile, pezzi di centro destra e tanti PD fuorusciti dopo il commissariamento. Dall’altra Guarino che, Ncd a parte, è riuscito a ricompattare tutto il centro destra. Un’altra novità è la sfida territoriale: per la prima volta si scontrano due candidati espressione di due “quartieri” della città diversi. Guarino forte sulla fascia costiera dove sarebbe stato eletto al primo turno, Poziello il più votato al centro della città. Resta l’incognita dell’affluenza con il Pd, la sinistra storica e i Cinque Stelle a tifare per il non voto. Alta l’attenzione per eventuali brogli e compravendite dopo le denunce degli uomini di Grillo durante il primo turno. Purtroppo Giugliano pare non sia immune dal voto di scambio con i prezzi, stando ai rumors della strada, scesi da 50 a 25 euro. Con queste cifre bastano 100.000 euro per spostare 4000 voti e cambiare l’esito delle elezioni.
Le urne saranno aperte domenica dalle 7 alle 23.