Via i sigilli per l’imprenditore accusato di legami con la camorra. La dodicesima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli (presidente Mazzeo) ha disposto il dissequestro di tutti i beni personali e societari, del valore di 50 milioni di euro (tra alberghi e altri beni immobili, conti correnti, auto di lusso e scuderie) sequestrati il 29 aprile 2020 all’imprenditore Carmine Maisto (e al suo nucleo familiare), accusato di essere legato al clan Mallardo di Giugliano. L’operazione scattò soprattutto nella zona di Varcaturo. Il provvedimento fu eseguito da Squadra Mobile di Napoli, la Squadra Mobile di Firenze e il G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Napoli.
Annullati sequestri per Carmine Maisto
Il sequestro venne disposto dalla gip presso il Tribunale di Napoli sul richiesta del sostituto procuratore della DDA Ida Frongillo. “La difesa – fanno sapere gli avvocati Marco Campora e Dario Vannetiello, come riporta l’Ansa – ha dimostrato l’assoluta legittimità della proprietà dei beni, acclarata anche grazie alla consulenza di parte economico-patrimoniale redatta dal dottore Maurizio Carotenuto”. I giudici del Riesame, nel provvedimento con il quale viene disposto il dissequestro dei beni, hanno ritenuto i collaboratori di giustizia “…nonostante i seguiti d’indagine, non in grado di offrire ulteriore apporto in termini di riscontro rispetto alla tesi accusatoria”. Dalle dichiarazioni dei pentiti, dunque, non è stato possibile confermare la tesi dell’Antimafia. Via i sigilli quindi per l’imprenditore Carmine Maisto ed i suoi parenti.
L’uomo era accusato di far parte di una vera e propria holding criminale con lo scopo di reimpiegare e riciclare proventi illeciti del clan giuglianese, attraverso una fitta rete imprenditoriale fondata su società immobiliari, strutture alberghiere, ristoranti, ville, appartamenti, complessi di edilizia residenziale, supermercati, scuderie, stabilimenti balneari e altri beni a lui di fatto riconducibili.