Hanno avuto inizio le arringhe degli avvocati degli imputati del processo “Moraca”. Gli avvocati difenderanno e discuteranno sui capi di imputazione che la Dda ha rivolto verso i protagonisti dell’inchiesta avviata dal pm Maria Cristina Ribera. Ieri le discussioni degli avvocati Giametta e Aruta, insieme a Giuliano Russo. Quest’ultimo ha smontato buona parte delle accuse che pesano sul capo di Bernardino Diana, figlio di Silvio Diana, detto Dudù, deceduto tempo fa.
L’uomo è accusato di intestazione fittizia e riciclaggio di denaro. La procura gli imputerebbe il possesso di una macchina e la proprietà di un appartamento comprato all’asta. L’avvocato Giuliano Russo ha dimostrato però che l’auto era in effettivo suo possesso e che quindi non si trattava in nessun modo di intestazione fittizia e che l’appartamento non era stato acquistato con soldi riciclati ma grazie ad una somma di denaro ottenuta per ingiusta detenzione da Silvio Diana. Atti che forse potrebbero scagionare Bernardino Diana per i reati contestatigli.
Oggi continuano le arringhe per gli altri imputati fino poi ad arrivare a quella per l’ex portiere Pino Taglialatela. Queste le richieste di condanna: Mauro Moraca, 24 anni di reclusione; Giuliano Amicone, 20 anni; Carlo Antonio D’Alterio, 15 anni; Carlo Riccardo De Cicco, 16 anni; Bernardino Diana, 6 anni; Silvio Diana, estinzione perché defunto; stessa cosa per il defunto boss Feliciano Mallardo; Giancarlo Pirozzi, 15 anni; Raffaela Graziano, 4 anni; ed, infine, per l’ex calciatore Giuseppe Taglialatela sono stati chiesti 14 anni di carcere. A fine maggio la sentenza.