Giugliano. C’è un’intercettazione chiave nell’inchiesta che ha portato al sequestro di 250mila euro nei confronti dell’ex sindaco di Giugliano Giovanni Pianese, accusato di aver ricevuto una tangente dall’imprenditore milanese Benito Benedini per un grosso progetto edilizio nelle cosiddette “ex Terre di Ferlaino” in via Staffetta a Lago Patria.
Gli inquirenti, nell’ambito di una più vasta inchiesta sul clan Mallardo, hanno catturato una conversazione del febbraio 2011 nell’Hotel Vesuvio di Napoli. Un dialogo cruciale che è agli atti dell’inchiesta e che Tiscali.it è in grado di documentare. Eccolo. Benedini: “Ho risolto il problema, che la riguarda. Siccome ho fatto un affare ultimamente di cui una parte ho ancora, contanti che non sono rintracciabili… proprio… allora io posso disporli a chi vuole lei, come fossero i suoi. 250 mila di cui lei ne può fare… naturalmente con la dovuta cautela…”. Risponde Pianese: “Va bene, è chiaro”. Benedini: “Conti su questo, ok perfetto”. A questo punto sembra battere le mani per indicare che il discorso è chiuso. “Oltrettutto – prosegue Benedini – sono tranquillissimi. Arrivano, poi lei…”. Pianese: “La ringrazio per la disponibilità”.
Secondo gli inquirenti l’ex primo cittadino giuglianese, nonché già 3 volte consigliere regionale della Campania, si sarebbe impegnato nel seguire la procedura amministrativa e ad evitare ostacoli all’approvazione del piano di lottizzazione. La Procura, sulla base delle dichiarazioni di 3 pentiti (Gaetano Vassallo, Giuliano Pirozzi e Salvatore Pirozzi), aveva chiesto anche l’aggravante mafiosa che però è stata respinta dal gip, alleggerendo la posizione di Pianese e Benedini negando l’esistenza del favoreggiamento alla camorra.