Giugliano, come i Ros hanno scoperto gli intrecci tra politica e camorra

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Un confessionale in stile Grande Fratello, ma dall’altra parte, ad ascoltare, non c’erano i telespettatori, bensì i ROS. Andrea Abbate, per tutti Zio Andrea, incontrava a casa sua, in auto e al bar consiglieri comunali, faccendieri della politica e lo stesso allora sindaco Antonio Poziello. Con lui tutti erano pronti a commentare le vicende che intrecciavano amministrazione comunale e malaffare, mentre dall’altro lato le forze di polizia registravano e annotavano.

Giugliano: come i Ros hanno scoperto gli intrecci tra politica e camorra

Tutti andavano da Zio Andrea perché, secondo gli inquirenti, era lui a fare da filtro tra il clan retto da Domenico Pirozzi, alias Mimì ’o Pesante, e la classe politica. Ci andavano in tanti, tra cui Paolo Liccardo, Giulio Di Napoli e Andrea Guarino.

Di cosa si discuteva? Del fatto che, a loro dire, Poziello non si sapeva comportare: tratteneva per sé tutte le tangenti senza dividerle con gli altri. Ed è proprio per questo che anche i suoi fedelissimi lo avevano abbandonato. Secondo gli inquirenti, infatti, Pasquale Casoria, suo “pupillo”, sarebbe diventato suo nemico perché estromesso dalle tangenti sulla “munnezza”. Liccardo lo odiava perché non aveva ricevuto quanto pattuito sull’affare della sosta a pagamento. Un altro ex consigliere, il dottore, si lamentava — sempre secondo le intercettazioni — di aver percepito solo 2mila euro sull’appalto Base Nato.

Abbate ascoltava, riportava e cercava di dare i giusti consigli. Come quando provava a spingere Poziello tra le braccia di Domenico Pirozzi, alias Mimì ’o Pesante, per fermare i consiglieri che, dimettendosi, avrebbero decretato la sua caduta. Gli stessi che, anche di fronte alle pressioni di un altro dei Mallardo, ’o Marmularo, non cedettero. Neanche davanti a un tentativo in extremis: 100mila euro offerti per non firmare la sfiducia. Poziello doveva andare a casa. Non gli credevano più, perché non aveva diviso le tangenti come stabilito.

Poziello allora ci riprovò: si ricandidò e, secondo i PM, investì quei 100mila euro per assicurarsi la vittoria delle elezioni con l’appoggio di Mimì ’o Pesante. Dopo il ballottaggio perso, però, era furioso. E lo stesso Zio Andrea a rispondere mentre girano per via Cumana: “Hanno fatto il possibile ma alla fine non potevano schierarsi apertamente.” Perché i Mallardo a Giugliano non perdono mai.

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