Quando lessi dell’episodio di Alfonso V° d’Aragona, che poi sarebbe diventato Alfonso I° di Napoli e altri titoli, in Basile Agostino, Memorie historiche della terra di Giugliano, rimasi stupito dal come una simile notizia fosse passata inosservata ai tanti, ben più titolati di me, che sicuramente avevano letto l’opera di don Agostino. Feci qualche ricerca e trovai fonti antiche nei testi di Bartholomeo Facio genovese. Fatti di Alfonso d’Aragona primo Re di Napoli con questo nome descritti da Bartholomeo Facio et nuovamente tradotti nella volgar lingua da M. Giacomo Mauro. Venetia. Giovanni et Giovan Paolo Gioliti de Ferrari. MDLXXX, ed, inoltre, in Historie di quattro principali città del mondo Gerusalemme, Roma, Napoli et Venetia sommariamente descritte da Michele Zappullo napolitano dottore di leggi. Vicenza, Giorgio Greco, MDCIII.
Accertata la correttezza della citazione del Basile, salvo un piccolo refuso tipografico alla pagina 24 della sua opera ove l’anno è anteposto al 1325, poi corretto nel prosieguo, inserii l’avvenimento nel mio libro “Giugliano una storia lunga mille anni”. Ero cosciente che un avvenimento simile sarebbe servito altrove per montarci sopra una bella ricorrenza celebrativa da proporre, che so, a qualche tour operator aragonese. Ma ad ogni uno il suo mestiere e quello di proporre ed organizzare non è il mio. Per grazie di Dio ci hanno pensato Andrea d’Alterio e Francesco Russo animatori della comunità web Archivi Giuglianesi.
Onestamente non credevo fossero riusciti a tanto.
Invece il console spagnolo è arrivato. L’accoglienza organizzata dal sindaco è stata superlativa con tanto di staffette della polizia locale. Don Luigi Ronca ha mostrato una splendida chiesa illuminata da lasciare a bocca a aperta l’ospite, non è una mia ipotesi me lo ha detto in modo confidenziale e lo ha ripetuto pubblicamente “ una chiesa cosi bella non si trova ovunque ed io ho lavorato in oltre 50 paesi del mondo”, i ciceroni hanno fatto la loro parte di illustrazione storica del fatto accaduto, io, della architettura della piazza e della chiesa, l’arch. Russo, delle opere d’arte il giovane, ventenne, Salvatore Parisi. In verità potevano essere tanti altri a fungere da guide valide e competenti, dall’arch. Antonio Pirozzi, conoscitore profondo del periodo medievale di Giugliano, ad Arturo d’Alterio e Nicola Palma, giovane indagatore delle simbologie presenti nelle rappresentazioni sacre della chiesa di santa Sophia.
Il prosieguo è stato Gena Jodice e marito Tommaso del ristorante Fenesta Verde in via la Marchesella che, ad una sala gremita di partecipanti, hanno offerto una cena realizzata con i soli ingredienti presenti sulla tavola antecedente la scoperta delle Americhe e quindi priva di tanti prodotti, tra i quali il pomodoro. Consenso ed apprezzamento comune e generale.
In conclusione: la visita di personalità di tanto rilievo è possibile su tematiche quale quella trattata. Per trattarle bisogna conoscere quindi occorre l’aiuto di coloro che studiano e non inventano, le bugie hanno le gambe corte. Quelli che studiano e non inventano sanno che Giugliano ha una storia da proporre che molti, moltissimi, quasi tutti, non conoscono, se la propongono e vogliono ricostruirla è perché sono convinti di due cose: senza storia non vi è futuro e, banale ma utile, sulla cultura e la storia vive l’economia di una nazione che si chiama Italia.
di Pio Iannone