Giugliano, il retroscena sull’agguato a Gennaro Catuogno. Il fratello: “Devi capotare a tutti quanti”

Dall’ordinanza di custodia cautelare per alcuni esponenti di spicco della camorra giuglianese, e in particolare dalle intercettazioni, emergono dettagli importanti anche sul tentato omicidio di Gennaro Catuogno, avvenuto il primo giugno del 2016. Gli inquirenti hanno dimostrato l’esistenza di un accordo tra il gruppo di Catuogno, quello facente capo a Domenico Marano e il clan Mallardo, per dividersi i compensi dell’attività estorsiva e sancire in modo definitivo la presenza sul territorio delle tre compagini criminali.

Tra i tre gruppi stava però nascendo qualche frizione, tanto che lo stesso Gennaro Catuogno, detto ‘O Scoiattolo, resta vittima di un agguato, al quale però riesce a sfuggire riparandosi dietro la porta in ferro massiccio di un circolo ricreativo in via Montessori. Dalle intercettazioni ambientali raccolte in casa sua emergono dettagli su quella vicenda. Innanzitutto ci sono dei personaggi non ancora identificati che parlano di una vera e propria epurazione interna al clan Mallardo. I due interlocutori – G. ed A. i loro nomi – hanno questo scambio di opinioni:

  • A.: “Ormai è l’epurazione”
  • G.: “no no, mo te lo dico io perché, questa è l’epurazione, io sono convinto al 100%, perché hanno fatto sei mesi (incomprensibile)”.
  • A.: “Quello l’obiettivo era quello, a mano a mano tutti i vecchi si devono togliere tutti quanti di mezzo”
  • G.: “Tutti quanti di mezzo”
  • A.: “Quello quello è l’obiettivo loro!”

Nelle prime ore della serata poi Gennaro Catuogno rientra a casa e riferisce ai familiari preoccupati di aver trascorso del tempo a casa di Aniello Di Biase, figlio di Paparella, altro esponente di spicco dell’ala scissionista delle Palazzine Ina Casa. Catuogno poi, con il figlio e il nipote, visiona attentamente dei filmati di videosorveglianza per cercare di ricostruire l’accaduto e identificare i killer:

  • Nipote: “Eh, quelli con l’SH nero, ma quelli sono due o uno?”
  • Gennaro: “Sono due”
  • Figlio: “No, due mezzi”
  • Nipote: “No, dico qua sopra, è uno solo?”
  • Gennaro: “Due, due, due”
  • Figlio: “Sono due persone, una e due”
  • Nipote: “Eh, perché tiene il casco a fianco a lui…”
  • Figlio: “Ma però questo qua teneva il casco nero, non lo teneva bianco”
  • Gennaro: “Tiene i cerchi dorati”
  • Nipote: “Va bene questo è il riflesso della luce che è bianco, sono tutti e due neri, questo è quello che è corso appresso a noi“.

Nel prosieguo della conversazione entra in scena anche il fratello di Gennaro Catuogno, che arriva per sincerarsi delle condizioni del congiunto. Quindi suggerisce la mano pesante contro i rivali:

  • Fratello: “Mo ti parlo bello chiaro chiaro, se ti devono capotare a te è meglio che inizi a capotare a loro! Levati…levati a questi scugnizzi che tieni, che tieni per te! Hai capito? Già sai chi! Ah si? Quando è guerra è guerra….(incomprensibile) a chiamare…volete entrare? E fate sempre la guerra! Così devi fare mo! Io mo inizio a capotare a voi! Questa è la seconda volta! Sotto al palazzo là! Ma quello quando me l’ha detto all’una io sono corso là dentro, ci stavano…però non ci stavano le guardie in mezzo allo spiazzale”
  • Gennaro: “Ancora non se ne sono accorti…questo mi sto piangendo, ho detto vicino a loro invece di stare intorno a me pensiamo, andate giù a pulire, a pulire il sangue!”
  • Fratello: “Sono andati nel circolo?”
  • Gennaro: “A pulire il sangue da terra”
  • Fratello: “E perché sono andati là…però comunque non ci stava nessuno, stavano cinque o sei palle di questa maniera”

 

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