E’ iniziato stamattina il processo sull’omicidio di Mario Di Lorenzo avvenuto a Giugliano ventitre anni fa. Alla sbarra due “pezzi da novanta” del Clan Mallardo. Si tratta di Michele Olimpio, alias ‘o Bumbularo, difeso dagli avvocati Antonio e Giuliano Russo e Paolo Trofino, e Francesco Napolitano, difeso dai legali Giuliano Russo e Celeste Gentile.
Lo scorso gennaio i due furono raggiunti da un’ordinanza della Dda di Napoli, a seguito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Filippo Caracallo proprio sul delitto che fu messo in atto durante la faida giuglianese negli anni ’90. A Napolitano fu contestato di essere stato, quale reggente pro tempore del clan, il mandante dell’omicidio, deciso a seguito delle reiterate violazioni alle “regole” dell’organizzazione camorristica di cui lo stesso Di Lorenzo faceva parte; mentre ad Michele Olimpio venne contestato di essere stato l’esecutore materiale dell’azione delittuosa in concorso con Filippo Caracallo, anch’egli affiliato al clan Mallardo e divenuto collaboratore di giustizia nell’aprile 2018.
In particolare Napolitano stava per essere scarcerato e, secondo gli inquirenti, era pronto a riprendere la reggenza della cosca giuglianese. Questa mattina dinanzi alla seconda sezione della Corte d’Assise di Napoli si è tenuta la prima udienza del processo. I due erano collegati in videoconferenza dai rispettivi istituti penitenziari: Napolitano detenuto a Parma, in regime di cui all’art. 41 bis O.P. in esecuzione di una condanna definitiva per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso nella quale veniva riconosciuto reggente del clan Mallardo, e Olimpio a Voghera, dove sta espiando una condanna di trent’anni di reclusione per omicidio aggravato, in quanto riconosciuto colpevole, in concorso con altri, dell’omicidio del pluripregiudicato Luigi Giglioso, luogotenente di Giovanni Alfano, all’epoca a capo del sodalizio criminale egemone nel quartiere Posillipo, commesso a Napoli in data 18.09.1997.
Dopo le formalità di rito, sono state fissate prossime udienze il 25 giugno e a settembre. In questa prima fase ci sarà l’acquisizione agli atti delle prove (in particolare dichiarazioni del pentito Caracallo e le intercettazioni) e saranno ascoltati poi gli ufficiali di Polizia giudiziaria che hanno svolto le indagini e anche lo stesso collaborare di giustizia. Dopo le prime dichiarazione di Caracallo rese in presenza dei carabinieri, i militari si sono diretti nei terreni in via Gioberti per cercare l’arma con il quale è stato ucciso Di Lorenzo. Ma non è stato trovato.