Ancora una notte di violenza a Giugliano. L’ennesima rissa esplosa in piazza Gramsci ha riacceso il dibattito su sicurezza, degrado giovanile e ruolo delle istituzioni. Le immagini circolate nelle ultime ore mostrano una scena caotica, nel cuore di una delle piazze simbolo della città.
Rissa a Giugliano tra giovanissimi, le reazioni
Il primo allarme sull’episodio di violenza di ieri sera arriva da Confcommercio Giugliano, per voce del presidente Eliseo Verde, che parla a nome dei tanti esercenti preoccupati: “I veri penalizzati sono i commercianti. Tra strade chiuse e una movida ingestibile, Giugliano sta diventando invivibile. Piazza Gramsci è splendida di giorno, ma di sera cambia volto. Serve più tutela e presenza dello Stato”.
Preoccupazione anche dal mondo istituzionale, con l’intervento del consigliere regionale Giovanni Porcelli: “Le forze dell’ordine fanno già miracoli con pochi mezzi. Il problema è strutturale: la periferia nord è dimenticata. Serve sicurezza, ma anche cultura. Io stesso, da ragazzo, frequentavo piazza Gramsci: era un luogo di incontro, oggi è terreno di degrado”.
Sulla stessa linea anche Luigi Sequino, consigliere comunale uscente, che ha parlato da padre prima ancora che da amministratore: “Anche mio figlio frequenta quella piazza. Le famiglie sono giustamente preoccupate. Bisogna isolare le mele marce che danneggiano la città e proteggere chi vive onestamente. È tempo di agire”.
Dall’amministrazione, il commissario prefettizio Carmine Valente ha sottolineato l’urgenza di un’azione educativa: “Ci vuole più rispetto. Ma soprattutto più scuola e più famiglia. Serve prevenzione. Non possiamo tollerare che l’illegalità diventi la normalità.”
Le voci critiche
Ma non tutti condividono le proposte avanzate. In particolare, a prendere una posizione fortemente critica è Arianna Organo, attivista di Potere al Popolo, che ha attaccato duramente Francesco Cacciapuoti, autore di una lettera inviata al Prefetto con richiesta di istituire zone rosse a Giugliano: “Ragazzini che si azzuffano in centro, e da chi rappresenta cultura e giovani arrivano proposte da piccolo giustizialismo. I sermoni di Cacciapuoti sembrano scritti con lo stampino della vecchia politica: slogan e allarmismo, ma zero contenuti. Non è obbligatorio parlare, soprattutto se non si ha nulla di nuovo da dire. I giovani non hanno bisogno di questo tipo di rappresentanza, né di questa idea di cultura. E anche oggi, un’altra occasione persa.”
Nel suo intervento, Cacciapuoti aveva definito l’episodio “grottesco” e denunciato l’assenza di mezzi sul territorio: “In una città di 130mila abitanti, non è ammissibile che ci siano solo una volante della Polizia e una dei Carabinieri in servizio serale. Ho chiesto l’istituzione di zone rosse. Ma serve anche ricostruire il ruolo educativo di scuola e famiglia. I giovani non possono essere lasciati soli.”