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Giugliano. Tentato omicidio per debiti di droga, ai domiciliari Nellino Di Biase

Giugliano. Tentato omicidio per debiti di droga, ai domiciliari Nellino Di Biase
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Colpo di scena nell’inchiesta sulla sparatoria avvenuta a Giugliano e riconducibile a un regolamento di conti legato al traffico di droga: Aniello Di Biase, giuglianese classe 1985, alias “Nellino”, arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, porto e detenzione di arma da fuoco e traffico di stupefacenti, ha ottenuto gli arresti domiciliari. La decisione, firmata dal GIP del Tribunale di Napoli, arriva a meno di due settimane dalla sua detenzione nel carcere di Secondigliano.

Giugliano. Tentato omicidio per debiti di droga, ai domiciliari Nellino Di Biase

I fatti risalgono a poche settimane fa e vedono protagonisti due uomini con precedenti penali: Aniello Di Biase e Leshi Roland, albanese classe 1981. Quest’ultimo, inizialmente presentatosi all’ospedale di Giugliano con gravi ferite da arma da fuoco, aveva denunciato di essere stato vittima di una rapina sull’Asse Mediano. Un racconto che, però, non ha retto all’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza.

Gli inquirenti hanno scoperto che il ferimento non era affatto avvenuto in strada, bensì all’interno dell’abitazione di Di Biase, al culmine di una lite per un debito di droga. Leshi, nonostante fosse stato colpito con tre colpi di pistola, era riuscito a fuggire e raggiungere l’ospedale, dove fu operato d’urgenza e ricoverato in prognosi riservata per lesioni a organi vitali.

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Dalle indagini è emerso che dietro la lite c’era un giro di cocaina e crack. La denuncia del ferito si è rivelata falsa: avrebbe cercato di coprire il reale contesto dell’aggressione, ovvero uno scontro interno a una rete di spaccio. Un tentativo fallito, grazie all’incrocio di testimonianze, intercettazioni e accertamenti tecnici eseguiti dagli investigatori.

Il GIP di Napoli, accogliendo le richieste della Direzione Distrettuale Antimafia – nella persona del sostituto procuratore Lucio Giugliano e del procuratore aggiunto Sergio Amato – ha confermato le gravi accuse per entrambi: tentato omicidio, detenzione illegale di arma da fuoco e traffico di droga, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Di Biase, infatti, risulta imparentato con esponenti del clan Mallardo, storico gruppo criminale attivo a Giugliano.

Nonostante la gravità delle accuse e la presunta pericolosità sociale, il GIP ha concesso ad Aniello Di Biase di tornare presso la sua abitazione di Giugliano in regime di arresti domiciliari. Una decisione che ha già sollevato reazioni contrastanti e che sarà sicuramente oggetto di ulteriori valutazioni nei prossimi passaggi processuali. Difeso dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, Di Biase è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’interrogatorio di garanzia.

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