La morte di Patrizia in ‘Gomorra 4- la serie’ non era prevista. In una lunga intervista rilasciata al Mattino, Cristiana Dell’Anna ha svelato di aver chiesto proprio lei di far morire Patrizia.
Come abbiamo visto nell’ultima puntata, la boss di Secondigliano viene uccisa da Genny Savastano che decide di tornare al comando; diventando di nuovo il boss della periferia nord di Napoli. La richiesta dell’attrice di uscire di scena, lasciando definitivamente la serie, è stata fatta per una scelta d’amore. Lei stessa ha dichiarato: “In realtà, la richiesta di far morire Patrizia è arrivata proprio da me, perché all’inizio non era previsto nella sceneggiatura dell’ultimo episodio. Quest’anno, infatti, mi sono sposata e un po’ di cose sono cambiate nella mia vita privata. Così, ho maturato l’esigenza di una svolta anche in campo professionale, anche perché una serie come “Gomorra” è un impegno continuativo che porta via mesi e mesi. Ho comunicato la mia decisione alla produzione nello scorso mese di settembre e per loro è stata una vera e propria bomba. Anche perché gli autori stavano già immaginando gli sviluppi futuri del mio personaggio e hanno dovuto riscrivere tutto”.
Cristiana, durante l’intervista, ha raccontato le sue emozioni nel girare quell’ultima scena: “Naturalmente, è stato emozionante, perché sapevo che in quel momento stavo uscendo dalla serie. Però, io di solito affronto queste cose in modo strano e decisamente razionale, forse perché nella mia vita ho sempre dovuto dire tanti addii e partire molte volte per nuove mete. Sul set, dunque, mi sono concentrata molto sul lavoro, con grande compostezza e rigore. Poi, però, una volta tornata a casa, quando mio marito m’ha abbracciata ho realizzato ciò che era successo e mi sono sciolta in lacrime”.
La Dell’Anna ha concluso dicendosi fiera dell’affetto ricevuto da parte del pubblico per il suo personaggio: “Sono davvero molto felice del feedback positivo da parte dei fans, perché a differenza della follia che si può scatenare nei confronti di personaggi dirompenti come quelli di Genny o di Ciro, nel mio caso la cosa più piacevole è stata che quasi tutte le reazioni che mi sono arrivate erano rivolte al lavoro che avevo svolto e al corretto sviluppo dell’arco narrativo del mio personaggio”