Da domani, 15 ottobre, entra in vigore l’obbligo del Green Pass per tutti i lavoratori, pubblici e privati. Martedì il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato un nuovo dpcm che chiarisce alcuni aspetti del precedente provvedimento.
Green pass, da domani diventa obbligatorio: regole e multe
Chi non avrà il certificato verde non potrà lavorare e la sua sarà considerata un’assenza ingiustificata. Il controllo spetta al datore di lavoro e la sanzione prevista per il dipendente va da 600 a 1.500 euro. Per migliorare e potenziare i controlli il Governo ha pensato di mettere a punto un’app che consenta ai datori di lavoro “una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni verdi in corso di validità del personale effettivamente in servizio, di cui è previsto l’accesso ai luoghi di lavoro”.
Vaccinati senza Qr Code
Le persone sprovviste di Qr Code, ma regolarmente vaccinate o in linea con quanto previsto per ottenere il green pass, potranno comunque accedere al luogo di lavoro, presentando i “documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano una delle condizioni” necessari.
L’utilizzo del Qr code
Il Dpcm specifica inoltre che i qr code possono essere utilizzati dal datore di lavoro solo ed esclusivamente per verificare che il dipendente, a partire dal 15 ottobre, sia in regola per accedere al posto di lavoro, ovvero provvisto di passaporto vaccinale.
Infatti, “è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (QR code) delle certificazioni verdi COVID-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle previste” dalla legge “in esito ai controlli”.
Smart working
Per quanto riguarda lo smart working, nel dpcm si spiega: “Non è consentito in alcun modo, in quanto elusivo del predetto obbligo, individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione”. In altre parole, i lavoratori in smart working non devono necessariamente avere la certificazione verde ma la modalità da remoto non può essere un modo per eluderne l’obbligo.