Grumo Nevano, banda del banco sequestra dipendenti e clienti di una banca: due fermati

Lo scorso luglio hanno messo a segno una rapina in un istituto bancario di Grumo Nevano dopo aver scavato un passaggio nel sottosuolo. Un colpo da 160mila euro senza contare le cassette di sicurezza. A distanza di mesi, nell’ambito di attività di indagine diretta da questa Procura della Repubblica, i Carabinieri della Compagnia di Caivano hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso da quest’Ufficio di Procura, a carico di due persone. Si tratta di Francesco Pio De Santis, 24 anni, e Patrizio De Felice, 36 anni.

Grumo Nevano, banda del banco sequestra dipendenti e clienti di una banca: due fermati

 

Gli indagati sono ritenuti gravemente indiziati di aver perpetrato, lo scorso 19 luglio, unitamente ad altri complici, una rapina aggravata con sequestro di persona presso un Istituto bancario di Grumo Nevano. In particolare, i predetti indagati – sfruttando la tecnica cosiddetta banda del “buco” ed accedendo dalla rete fognaria – hanno scavato un passaggio nel sottosuolo e praticato un foro nella parete laterale della Banca al piano interrato.

In tal modo, gli stessi – una volta introdotti all’interno della Banca – hanno bloccato le attività di ufficio dell’Istituto bancario per circa due ore, sequestrando undici dipendenti e otto clienti sotto la minaccia delle armi. Secondo quanto emerso dalle investigazioni, gli indagati avrebbero asportato 160 mila euro in contanti ed il contenuto della quasi totalità delle cassette di sicurezza (per un totale di 3 milioni di euro).

Durante le attività di indagine, è stato possibile individuare il soggetto che fungeva da “palo” che, nei mesi precedenti all’evento delittuoso, avrebbe affittato un locale commerciale ubicato proprio di fianco la Banca, per accertarsi che i lavori di scavo del tunnel potessero avvenire senza destare sospetti. Si è addivenuto all’identità dei complici attraverso l’analisi del contenuto del telefono cellulare del soggetto che ricopriva il ruolo di “palo”, nonché grazie all’analisi delle immagini estrapolate dal sistema di video sorveglianza. Gli indagati sono stati tradotti in carcere, in attesa della celebrazione dell’udienza di convalida.

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