Spiragli di pace nelle ultime ore. Ucraina e Russia dicono sì a un incontro diplomatico nel sud della Bielorussia, nel piccolo centro di Gomel. E’ quanto trapela in queste ore dalle agenzia di stampa.
Spiragli di pace, incontro diplomatico tra Ucraina e Russia nella giornata di domani
I colloqui si terranno domani tra delegazione russa e ucraina. “Non c’è niente di male nel parlare e se il risultato è la pace sarà la benvenuta. Ma non ci arrenderemo, non capitoleremo, non cederemo neanche un centimetro del nostro territorio. Non è questo l’obiettivo della nostra lotta”. Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba parlando dei negoziati tra le delegazioni di Mosca e Kiev, che si terranno al confine bielorusso, in conferenza stampa.
A dare ulteriore conferma il premier ucraino Zelensky: “Abbiamo convenuto che la delegazione ucraina si sarebbe incontrata con la delegazione russa senza precondizioni al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat“. Durante la conversazione telefonica con il presidente bielorusso, “Alexander Lukashenko si è assunto la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina”, ha concluso Zelensky.
Cosa può succedere: i due scenari
Due gli scenari che si aprono domani. La Russia porterà sul tavolo alcune richieste non negoziabili: deposizione dell’attuale Governo con l’insediamento di un nuovo Esecutivo pro tempore scelto da entrambe le parti; sottoscrizione di un impegno scritto a modificare la Costituzione attuale a favore della neutralità dello Stato e dell’obbligo a non aderire alla Nato. Se la delegazione ucraina acceterà queste condizioni, ci sarà il “cessate il fuoco” e una progressiva attività di de-escalation con ritiro delle truppe e riposizionamento di mezzi pesanti e contigenti militari ai confini.
Qualora Zelensky e i suoi ministri, invece, dovessero ritenere irricevibili queste condizioni, la Russia potrebbe scatenare una “guerra totale” e intensificare l’attacco su tutti i fronti aperti nel territorio nemico per piegare l’Ucraina e annientare ogni possibile resistenza. Il Cremlino farebbe di tutto per insediare un Governo compiacente con l’uso della forza militare e, qualora la situazione lo ritenesse necessario, non risparmierebbe attacchi anche alla popolazione civile. Che Mosca faccia sul serio lo si è capito anche oggi, quando Putin ha annunciato la messa in allerta del sistema nucleare a scopo di deterrenza. L’ulteriore fase di escalation del conflitto potrebbe inasprire ancora di più le tensioni con l’Occidente e indurre paesi come Cina e Turchia a schierarsi apertamente con l’uno o l’altro degli attori internazionali in campo.