C’è un codice d’onore preciso in carcere: i bambini non si toccano. E Armando Del Re, pregiudicato 29enne accusato di aver sparato a Noemi in piazza Nazionale, la conosce bene. Così come conosce il meccanismo dei media. Per questo, forse, non ammette le sue colpe e si professa innocente.
“Non sono io quello del video – ha spiegato – abito nella zona delle Case nuove, quel giorno ero in casa o con i miei parenti, ha spiegato al Gip Alessandro Buccino Grimaldi. E al suo avvocato, il penalista napoletano Claudio Davino, ha spiegato: “i giornali mi stanno massacrando per questa storia della piccola ferita, ma non c’entro, quando questa storia finirà, sarò un uomo massacrato”.
Padre di quattro bambini, Armando del Re è stato preso di mira da tutto il popolo del web. Nessuno tollera le violenze conto i bambini. Nel filmato che lo incastra si vede lui, impegnato a inseguire Salvatore Nurcaro, mentre scavalca per due volte la piccola Noemi caduta a terra sotto i colpi di pistola.
E l’antica legge del carcere, il codice d’onore che vige nel penitenziario tra i detenuti, prevede punizioni esemplari inflitte contro i pedofili, gli stupratori e gli assassini di bambini. Armando Del Re per quel proiettile sparato contro Noemi potrebbe essere esposto al rischio di vendette e ritorsioni nel carcere napoletano. E’ un sottobosco violento, quello delle carceri, fatto di aggressioni, pestaggi nei corridoi, violenze durante l’ora d’aria, violenze sessuali sotto la doccia. Una giustizia sommaria che ha punito gli autori di alcuni tipi di reati, quelli ai danni dei “più deboli”, secondo un codice mafioso che si è rapidamente diffuso negli ultimi decenni anche tra i criminali comuni. La detenzione di un carcerato può diventare un incubo. E nei casi estremi portare alla morte.