Da alcuni giorni è stata ostruita la foce del Lago Patria, lo sbocco naturale delle acque lacustri nel mare di Varcaturo e Ischitella. Una situazione che avvantaggia il tratto di litorale frequentato dai bagnanti ma che di fatto soffoca il lago e mette a rischio l’intero ecosistema della zona.
Il Lago Patria sta soffocando: ostruita la foce per “salvare” le acque di Varcaturo e Ischitella
E’ un problema atavico: tonnellate di reflui sversati nelle acque del bacino lacustre che finiscono in mare e inquinano le acque del litorale che divide Giugliano da Castel Volturno. Una situazione così critica da indurre due settimane fa il sindaco castellano a emanare un’ordinanza con cui vietare la balneazione lungo i tratti di costa a ridosso della foce. Per ovviare al problema, ignoti hanno fatto ricorso agli escavatori per ostruire artificialmente il canale. Risultato: mare pulito ma lago in sofferenza.
La diga di sabbia, infatti, ripulisce le acque costiere ma “soffoca” il bacino lacustre mettendo a rischio fauna e flora. La temperatura complessiva del Lago si innalza e i pesci muoiono fino a trasformare la superficie dello specchio d’acqua in un cimitero di animali. I reflui restano “intrappolati” in un’enorme vasca a cui viene tolto il suo sbocco naturale per il ricambio delle acque. Eloquente, in questo senso, è l’immagine del prima e del dopo l’intervento di ostruzione postato dal professore Sergio Bravi su Facebook, da sempre attento alle tematiche ambientali del territorio domizio.
Cosa occorre
Per salvare litorale e lago occorrerebbero interventi strutturali: da un lato il completamento del sistema fognario che permetta a residenti e attività commerciali della fascia costiera giuglianese presenti a ridosso del Lago Patria di sversare i rifiuti senza inquinare il bacino; dall’altro controlli serrati e costanti che impediscano ad ignoti di smaltire illecitamente i reflui. Infine, un sistema di depurazione efficace.
I rischi
Con la foce ostruita basterebbe una pioggia più intensa a provocare l’esondazione del Lago con conseguenze disastrose per la circumlago e per le abitazioni e le attività commerciali situate lungo lo specchio d’acqua, che risulterebbero – come già accaduto in passato – invase da acque putride e stagnanti. Come spiega Il Mattino, del caso se ne sta interessando l’ente Riserve regionale e la capitaneria di porto, gli stessi che seguono anche lo sbancamento della duna di un mese fa fronte la torre di patria.