Il Parma batte il Napoli con un gran gol di Parolo che affossa gli azzurri relegandoli ad un campionato di trincea, da posizionamento: ormai l’obiettivo è non perdere il terzo posto e prepararsi alla sfida con la Fiorentina per la finale di Coppa Italia.
Il match comincia male ancora prima del fischio d’inizio perché il Napoli è costretto da Bergonzi, grande protagonista della partita, a cambiare maglia. Era previsto l’esordio della Camu Extreme ma per incongruenze cromatiche gli viene preferita quella gialla.
Confermata in tronco la formazione antijuve la partita sembrava non facile ma alla portata anche perché al Parma mancavano 3 pilastri della squadra come il capitano Lucarelli, il bomber Amauri e il faro della rosa: Antonio Cassano.
Così non è stato.
Il Napoli ha possesso ma il Parma si chiude, è come giocare con un muro che all’improvviso prende vita e ti fa male perché il goal di Parolo è un gioiellino confezionato in allenamento da Donadoni. L’ex Cesena si porta a quota 8 goal in campionato e consegna un bigliettino da visita a Prandelli in vista dei mondiali.
Le azioni più pericolose del Napoli arrivano dai piedi di Insigje, che fallisce anche clamorosamente a porta vuota, e dalla testa di Zapata, subentrato ad uno spento Higuain troppo lamentone e poco incisivo.
La partita termina tra le polemiche. Al Napoli manca un rigore, forse c’era anche un’espulsione nel primo tempo per Cassani ma il calcio è anche questo e va accettato perché se il Napoli fa il Napoli non c’è Bergonzi che tenga.
Errori anche da parte di Benitez che lascia uno spento Hamsik in campo per gran parte della partita non accorgendosi della manifesta superiorità e del brio che porta Mertens appena un pallone aggira il suo centro gravitazionale.
Il post Napoli-Juve è stato cruento a causa delle dichiarazioni di Marotta. Vincere contro una corazzata, per quanto tu possa essere forte, ed esultare non è da provinciale. È da provinciale giocare al meglio solo contro le corazzate e lasciare punti a chi è palesemente inferiore.