Il procuratore Melillo a Caivano: “Se c’è la camorra è perché lo Stato ha abbandonato questi posti”

“Io sarei molto arrabbiato se fossi un abitante del comune di Caivano”. A dirlo è stato procuratore della Dda di Napoli, Giovanni Melillo, durante il convegno “Mai più camorra nelle nostre terre” che si è tenuto ieri nella chiesa del Parco verde.

“Le persone che vivono qui – ha continuato Melillo a proposito della zona popolare – hanno diritto a delle risposte e alla tutela delle proprie dignità. La premessa dello spadroneggiare delle bande camorristiche è l’abbandono da parte dello Stato di posti come Caivano. Da arrabbiato altro potrei dirvi ma il rispetto del mio ruolo mi impone di fermarmi qui”.

Melillo ha commentato, poi, anche l’operazione anticamorra che proprio ieri ha portato all’arresto di sette individui: “Tre su sette delle persone fermate sono donne – ha osservato – a dimostrazione del fatto che devono essere tutti, uomini e donne di questa comunità, a pretendere l’osservanza dei doveri da chi ha responsabilità pubbliche”.

Operazione anticlan a Frattaminore: i dettagli

Le manette sono scattate a seguito di un blitz nella notte tra domenica e lunedì per Pasquale Landolfo (meglio noto come ‘o scagnato),  per sua moglie Assunta Esposito, per una loro figlia di appena 20 anni Carmela Landolfo, e poi per Francesca Cipolletta (soprannominata ‘a zia), Antonio Martino, Pasquale Sangiuolo e Luigi Capuano. Tutti sono gli arrestati sono ritenuti fortemente indiziati a vario titolo dei reati di associazione finalizzata al traffico di droga e detenzione e porto illegale di armi clandestine e comuni, aggravati dalle modalità mafiose.

Le indagini che hanno condotto alla maxiretata erano iniziate a fine gennaio, quando la Opel Corsa noleggiata da Pasquale Landolfo fu crivellata con ben 15 colpi calibro 9. Quel raid è stato considerato dagli inquirenti una vera e propria dichiarazione di guerra dei Mormile una volta associatosi ai Cristiano, cosca della 167 di Arzano che è arrivata a Frattaminore dopo essere entrata in guerra con i Monfregolo (appoggiati invece dai Pezzella). È in questo contesto che si spiegherebbero tutti i raid e gli attentati (con almeno tre stese e sei bombe) che si sono registrati nella piccola città a nord di Napoli. Uno scontro il cui epicentro è  il rione della 167 di arano e il cui fine è il controllo del fiorente traffico di stupefacenti.

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