“Il segreto di Pulcinella”: il docufilm che racconta quello che resta della Campania Felix

Un segreto è tale fino a che non è di pubblico dominio, ma quando tutti sanno e nessuno parla, allora è “Un Segreto di Pulcinella”. Proprio quest’espressione, non a caso, presta il titolo al docufilm, “Il Segreto di Pulcinella-Viaggio nella Terra dei Fuochi” (prodotto dalla Socialmovie, in coproduzione con Francesco Pisano e Filomena Falco, scritto e diretto da Mary Griffo), con la partecipazione straordinaria di Marisa Laurito che interpreta il ruolo di Mara, la moglie  del pentito di mafia Carmine Schiavone, il quale racconta di ciò che ha significato per lui il fenomeno del traffico dei rifiuti tossici nella sua ultima apparizione in video, girata poco prima della sua morte.

La pellicola, che verrà presentata in anteprima nazionale Lunedì 31 ottobre presso l’Auditorium Caivano Arte, alla presenza della regista e del cast, rappresenta non solo una denuncia, ma soprattutto un coinvolgente viaggio emotivo fatto di voci, volti e storie. Un viaggio iniziato nel lontano 1993, quando le attività criminali contaminavano già il territorio campano. Un viaggio fatto di errori e rimorsi, quelli di Carmine Schiavone, di speranza, quella di Don Maurizio Patriciello, simbolo della lotta contro la distruzione del territorio campano, di rabbia e commozione, quella di Marzia Caccioppoli e delle altre giovani mamme della Terra dei Fuochi,  che per colpa del “brutto male” hanno prematuramente perso i propri figli, ma soprattutto di denuncia e verità, quella che Vincenzo Tosti, insieme a tutti gli attivisti della Terra dei Fuochi, i medici di base guidati da Luigi Costanzo e la vedova del sostituto commissario di polizia, Monika  Dobrovolska, non smetteranno mai di cercare.

A fare da fil rouge al film è la figura emblematica del burattino di Pulcinella, maschera napoletana che simboleggia la plebe stanca di subire abusi e umiliazioni, e che si ribella al potere. E così Bruno Leone con il suo Teatro delle Guarrattelle, farà da moderno Caronte, traghettando con ironia e amara verità, lo spettatore in quella che un tempo era la Campania Felix, ormai trasformata in “pattumiera d’Italia”, nella speranza che torni ad essere un territorio vivibile.

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