Il terrore dei napoletani a Barcellona: “Siamo vivi per miracolo”

È una meta ambita Barcellona con milioni di turisti che la popolano nell’arco dell’intero anno, con un picco d’estate. E le Ramblas sono il cuore pulsante della città catalana, il centro, il termometro della sua vitalità.

Tra i tanti italiani che sono in vacanza a Barcellona ed hanno assistito al feroce attacco terroristico, ci sono anche molti napoletani, che hanno raccontato a Il Mattino ciò che hanno vissuto in prima persona sulla loro pelle.

“Eravamo a venti metri dal furgone, c’erano molti feriti. Dei ragazzi inglesi correvano verso di noi e siamo scappati dalle Ramblas” – racconta Toni Cimmino, 52 anni, in vacanza con la famiglia.

“Ho visto almeno tre o quattro persone a terra, un poliziotto con una persona in braccio e tutti che correvano, urlavano, piangevano” – spiega invece Luca Terracciano, che nella città catalana vive e studia.

“La polizia è arrivata subito ed i negozi sono stati tutti chiusi immediatamente. Rendiamoci anche conto che quella è una zona trafficatissima, piena zeppa di gente in questi giorni. È il centro della città. A quel punto ci siamo barricati tutti in casa, siamo ovviamente abbastanza traumatizzati, ma la cosa strana è che ne so più dai media italiani che da quelli spagnoli che per ora tendono a restare molto sul vago” – che a Barcellona lavora da anni.

Sono tutte testimonianze forti, di chi ha vissuto l’attacco, ha percepito fin dentro le ossa il pericolo e si sente un miracolato, ma anche in pericolo, non al sicuro nel cuore di una delle mete più ambite e frequentate d’Europa.

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