GIUGLIANO. “Finora la giunta Pirozzi si è limitata a nominare gli avvocati, ma non si è ancora capito cosa si intende fare. Questo clima di immobilismo può solo indebolire la lotta per scongiurare la costruzione dell’impianto al ponte riccio”. Sono le parole degli attivisti di Potere al popolo che, in un comunicato oggi, invitano l’amministrazione di Giugliano a passare dalle parole ai fatti sulla questione impianto di smaltimento delle ecoballe.
“Che si costituisca subito, ad adiuvandum, al ricorso al TAR presentato nel 2018 dal comune di Qualiano, ma soprattutto scenda in campo politicamente senza ambiguità di sorta – si legge nella nota -. Diversamente, non farà altro che assumere posizioni di comodo e di facciata. Non è più il tempo dell’inerzia e, soprattutto, non è più tempo delle chiacchiere”.
Impianto ecoballe, la posizione di Potere al popolo
Dopo l’assemblea di domenica in piazza, dunque, Potere al Popolo chiede che l’amministrazione agisca. “Il comitato sta iniziando a muovere i suoi primi passi – scrivono – ma ci aspettiamo dalle amministrazioni comunali, su tutte quella di Giugliano, che siano coerenti con le posizioni espresse in piazza e che mettano in campo tutte le azioni necessarie per bloccarne la realizzazione”.
Emerge però sulla questione impianto una divergenza tra posizioni. L’amministrazione targata Pirozzi ha infatti chiarito che il problema è l’ubicazione e che sarebbe preferibile farlo a Taverna del Re e non a Ponte Riccio nella ex centrale turbogas. Posizione questa non condivisa da Potere al Popolo e altri ambientalisti.
“Farlo a qualche centinaio di metri in linea d’aria, ovvero Taverna del Re, afferente sempre al comune di Giugliano, significa negare l’esistenza di una situazione malsana, di un inquinamento smisurato di questo territorio, nonché l’esigenza di bonifiche vere – dicono da Potere al Popolo -. Per giunta, sarebbe impossibile la sua ubicazione a Taverna del Re, considerando che quel sito compare tra quelli da bonificare, quindi impossibilitato a ospitare impianti. Per non parlare, poi, della scarsa qualità del Combustibile che ne verrebbe fuori e della totale assenza di chiarezza circa la destinazione della parte residuale della lavorazione, non avviabile a smaltimento”.