Inceneritore, è già partita la battaglia legale: i sindaci hanno presentato il ricorso al TAR

Attiva partecipazione questa mattina alla conferenza stampa tenutasi presso l’aula consiliare di Piazza del Popolo a Qualiano: oggetto della discussione la presentazione del ricorso congiunto al TAR deposto lo scorso 15 ottobre dalle amministrazioni di Qualiano, Marano, Melito, Mugnano, Villaricca, e, per quanto riguarda l’area casertana, da quelle di Parete e Trentola Ducenta.

A rappresentare il corpo amministrativo di ciascuno dei paesi, presenti in aula il padrone di casa Ludovico De Luca, il giovane sindaco maranese Angelo Liccardo, l’assessore all’ambiente dell’amministrazione Carpentieri, Angelo Zammartino, il primo cittadino di Mugnano Giovanni Porcelli e quello di Villaricca Francesco Gaudieri, ai quali si aggiungono il sindaco di Trentola Ducenta Michele Griffo, e il giovane assessore all’ambiente dell’amministrazione di Parete, Raffaele Tessitore.

Viene immediatamente chiarita la natura dell’atto: congiunta poichè risponde appieno all’esigenza di coadiuvare tutte le forze istituzionali messe in campo, poiché, come è stato sottolineato, “la questione non è locale e non riguarda un solo comune circoscritto, ma almeno il 10 per cento dell’intera popolazione campana”; inderogabile “perché – afferma il sindaco De Luca – facendoci forza della legge 87/2007 e in seguito all’apertura delle buste lo scorso 14 ottobre, non potevamo che contrastare l’ipotesi di un’ulteriore aberrazione territoriale”.

Mentre il sindaco di Marano Liccardo rende nota la sua posizione mirante ad una bonifica previa all’eventuale costruzione di impianti di smaltimento finale dei rifiuti, il sindaco di Trentola Michele Griffo sottolinea la tua avversità all’inceneritore: “in quanto istituzione io ho il dovere di tutelare la salute dei miei cittadini”, puntando il dito, fra l’altro, contro l’amministrazione napoletana che garantisce i, diritti ai suoi cittadini, ma a scapito degli altri, dichiarando: “ognuno smaltisca i suoi rifiuti!”. Prende, dunque la parole, l’assessore all’ambiente del comune di Parete. Tessitore invita i tutti ad una strenua e costante opposizione alla costruzione del termodistruttore: “aumenteranno anche le tasse dei rifiuti. Ciò significa che pagheremo per la nostra stessa morte!”

Tono pacato ma incisivo nelle parole dell’altro assessore all’ambiente presente in aula, Angelo Zammartino: “l’aderenza del comune di Melito all’atto più che dovuto di ricorso al TAR si giustifica nella misura in cui riteniamo che c’è bisogno di maggiore sinergia delle forze. La questione riguarda tutta l’area a nord est di Napoli, non un singolo paese”.

Il sindaco Gaudieri esorta ad una sempre maggiore collaborazione tra le amministrazioni e tra le amministrazioni e i cittadini, il primo cittadino mugnanese Porcelli si scaglia contro l’assenza dei consiglieri regionali che lo scorso 3 ottobre in quella stessa aula presentarono la loro proposta di sospendere il bando nel capoluogo: “è vergognoso che durante il consiglio regionale del 7 ottobre l’aula fosse vuota, e che la mozione fu votata soltanto per una lavata d’anima”.

Così lo definisce l’abbandono del campo di battaglia da parte dei vari membri della commissione regionale congiunta territorio e sanità, e conclude: “continueremo la lotta sopratutto all’interno delle istituzioni”. La conferenza si conclude con il tecnicismo mostrato dall’avvocato Donato Marrazzo, che insieme ai legali Enzo Napolano, Aniello Mele, Rosanna Santopaolo, Saverio Griffo, Marco Longobardi e Biaggio Passerelli, si è provveduto alla stesura dell’atto di ricorso.

La battaglia legale si fonda principalmente su un criterio di illegittimità costituzionale in seno alla presentazione del bando stesso. Infatti la legge 87/2007, tuttora vigente e che non risulta abrogata, prevede che in assenza di interventi di riqualificazione o di opere di bonifica nelle aree di Giugliano, Qualiano, Villaricca e Quarto non possono essere localizzati ulteriori siti di smaltimento finale di rifiuti. L’assenza di opere di bonifiche è acclarata dalla presenza già imponente di 46 discariche sul territorio, autorizzate e abusive, che violano di per se l’articolo 32 della Costituzione, che, invece, prevede la tutela della salute del cittadino.

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