Inchiesta sui rifiuti a Napoli, i 350mila euro della maxi-tangente: “Rompo la borsa del direttore”

spacone intercettazione

E’ arrivata da una telefonata la svolta che hanno portato al ritrovamento dei borsoni pieni di soldi che sarebbero serviti per corrompere pubblici funzionari e politici. 350mila euro che, secondo la Procura di Napoli, sarebbero stati usati per aggiudicarsi appalti per la raccolta rifiuti.

Inchiesta sui rifiuti, sospeso il manager della Teknoservice Giuseppe Spacone

I carabinieri di Castello di Cisterna hanno intercettato la telefonata dello scorso luglio tra Ciro Gentile, operaio di Poritici che costudiva la somma in casa, e sua moglie. Nella conversazione i militari hanno colto la presenza dei borsoni nell’abitazione, facendo scattare la perquisizione. Lo riporta il quotidiano Il Mattino. “Questa volta non si mangia, la mia cucina è chiusa – si legge in uno dei passaggi intercettati – Tanto i soldi qui ci stanno, posso campare finché muori. Prendo un bel pacchettino di Vincenzo, rompo la borsa del direttore”.

Ed i due citati per gli inquirenti sono Vincenzo Izzo, titolare di una pescheria di Torre del Greco, e Giuseppe Spacone, responsabile della Teknoservice, ditta che opera anche a Mugnano e Giugliano. Ora la società ha deciso di sospendere il manager.

Appreso dagli organi di stampa il coinvolgimento del dott. Giuseppe Spacone nell’inchiesta giudiziaria della Procura di Napoli, – si legga nella nota – ha provveduto a convocare il proprio dipendente e sentite le sue giustificazioni ha comuque ritenuto di procedere alla sua sospensione cautelare, al fine di tutelare l’operatività della società Teknoservice e dare al dipendente la possibilità di raccogliere gli elementi necessari a chiarire la sua posizione. La società dichiara la propria assoluta estraneità ai fatti”.

Prosegue quindi l’inchiesta per accertare l’attuale ipotesi investigativa: quei soldi sarebbero il frutto di un accordo tra i tre indagati e dovevano servire per corrompere. Attualmente ci sono diversi bandi di gara in itinere o in scadenza in alcuni enti della provincia ma non è ancora chiaro quali fossero le mire dei soggetti finiti nelle carte dell’inchiesta.

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