Un ragazzo di un piccolo paese dell’hinterland napoletano, con i suoi amici, una numerosissima famiglia dedita al calcio, lo spiccato accento e senso d’appartenenza, l’uso dialettale della lingua, quell’unica cosa per la quale vivere: la maglia azzurra del Napoli. Questo è Lorenzo Insigne, per alcuni Lorenzinho, visti i colpi da brasiliano, che a Pescara sotto l’egidia di Zdenek Zeman si trasformò in Lorenzo il Magnifico.
Un calciatore per molti versi unico, dal talento incredibile e dalla forza fisica sicuramente fuori dal comune vista la stazza non proprio ercolina, sicuramente il giocatore più forte uscito dalla Primavera del Napoli dai tempi di Fabio Cannavaro. Ieri ha vissuto una giornata storica, ha rinnovato il contratto, lo ha esteso fino al 2019, altr 5 anni. Un atto d’amore della società e di Insigne che ora deve ripagare la fiducia di De Laurentiis che ha sempre visto in lui una speranza, la speranza di un Napoli finalmente napoletano.
Insigne nelle ultime giornate è cresciuto molto, diventando finalmente quel calciatore sognato da tutti: non la punta che cerca stupidamente il gol a tutti i costi, con quel tiro a giro che per i napoletani è diventato dannato e splendido allo stesso momento, ma il calciatore che si sacrifica per il bene superiore della vittoria, che con quel piede fatato sforna assist uno dietro l’altro per la gioia di Callejon ed Higuain.
Il rinnovo ha portato il contratto a salire ad un milione e mezzo a stagione per poi giungere a 2 milioni l’anno per mezzo degli incentivi. Gli incentivi non sono noti, ma siamo sicuri che Il Magnifico farà di tutto per vincere e far esultare la propria gente come 30 anni fa, destando quell’Amarcord di cui si sente un gran bisogno visto che Lorenzo è un po’ il Titta Biondi che c’è in tutti noi.