Jolanda, morsi sui piedini. Gli ultimi attimi di vita in culla. Lui: “Forse è in coma, tranquilla”

Emergono nuovi dettagli agghiaccianti sulle ultime ore di vita di Jolanda Passariello, la bimba di 8 mesi torturata e probabilmente uccisa dal papà. Nel resoconto fornito dalla mamma, Imma Monti, si riscontrano ulteriori passaggi delle violenze inferte alla piccola che hanno fatto rabbrividire gli inquirenti.

“La situazione ha cominciato a degenerare quando è tornato dalla comunità – ha raccontato la donna -. Ha ricominciato a maltrattare mia figlia ogni giorno. Mio marito prendeva mia figlia dalle guance con una sorta di pizzicotto e la sollevava in alto. Mia figlia continuava a pian­gere e io non potevo prote­stare altrimenti mi avrebbe picchiato. Anche prima dei pizzicotti prendeva mia fi­glia in braccio e la stringeva forte al viso e strofinava il suo viso contro il suo, tanto da procurarle fuoriuscita di sangue. Nonostante le lesioni continuava a morderle i piedini, tanto che vedevo la carne da fuori”.

La notte della morte di Jolanda

“Verso le 3.30 (la notte tra venerdì e sabato nrd) – continua Imma Monti – quando mia figlia dormiva mi sono sve­gliata per andare in bagno ma prima ho controllato se stesse bene mi sono accorta che non respirava, era tutta gonfia in viso e aveva gli occhi chiusi, non ho sentito il battito del cuore. L’ho rimessa nella culla e sono andata a chiamare mio marito, ho preso la bambina e l’ho portata in cucina, mio marito era sul divano. Mio marito ha detto di non pre­occuparmi, forse era in coma, ha detto. Ho preso un bic­chiere d’acqua e gliel’ho buttato sul viso per provocare in lei una reazione. Visto che non respirava mio ma­rito ha cominciato a farle la respirazione bocca a bocca e io sono andata a chiamare la mia vicina Anna per far chiamare l’ambulanza”.

La motivazione di tanta violenza gratuita sul corpo della piccola sarebbe nella volontà di Passariello di avere un figlio maschio: “Da quando ha saputo che sa­rebbe stata una figlia fem­mina mi ha detto che non sarebbe stata la stessa cosa perché lui era più attaccato al maschio. Infatti quando è nata già in ospedale si limi­tava a prenderla in braccio poche volte. Poi, a 4 mesi mio marito ha cominciato a dirmi che non la voleva perché voleva un altro maschio. Da lì ha comin­ciato a darle dei pizzicotti e a dire che non la voleva”.

Ti potrebbe interessare

Torna in alto