I Carabinieri del comando provinciale di Ferrara hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare, 16 in carcere e una ai domiciliari, nei confronti dei componenti di una banda specializzata nel furto di medicinali, in gran parte selezionati tra quelli a costo elevato e destinati al trattamento di patologie oncologiche e croniche in diverse farmacie di ospedali del centro-nord.
Le misure sono state emesse dal Gip su richiesta della Dda di Bologna e sono in corso di esecuzione in varie località di Campania, Piemonte, Lombardia e Liguria dai militari di Ferrara, in collaborazione con i comandi provinciali di Napoli, Salerno, Caserta, Genova, Torino, Asti e Brescia.
L’operazione conclude un’indagine, avviata nel 2014 e supportata da attività tecnica e riscontri investigativi sul campo, che ha permesso di documentare, e quindi disarticolare, l’esistenza di un’ associazione a delinquere. Tredici furti in farmacie ospedaliere, più altri sette in strutture diverse nel corso del 2014, per un danno di oltre 2 milioni. Due persone sono ancora ricercate.
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Nell’indagine sono emersi legami anche con la camorra. il Procuratore l’ha definito un “fenomeno odioso”. Nella batteria che si occupava dei furti, secondo gli inquirenti c’erano Vincenzo e Pasquale Alfano, Ciro Chiavarone, Mario Omaggio, Franco Naddeo, Marco Reina, Salvatore Prospero ed altre persone non colpite da ordinanza. Il supporto logistico sarebbe stato offerto da Giacomo La Vela e Salvatore De Simone sarebbe stato il corriere dei medicinali sull’asse Napoli-Genova. Il “manager” della struttura, mediatore tra ladri specializzati e professionisti del settore farmaceutico, è stato identificato dagli investigatori in Eduardo Lambiase. Un altro indagato, ancora ricercato e pluripregiudicato, avrebbe fatto da tramite tea il gruppo degli Alfano ed il clan “Licciardi” di Secondigliano di Napoli, a cui sarebbero state pagate delle somme di denaro per operare.
I medicinali – come riporta il Corriere – venivano «ripuliti» attraverso una serie di operazioni di compravendita effettuate attraverso società appositamente create nei paesi dell’est Europa. I farmaci venivano acquistati da queste società e smerciati nell’Europa del Nord. Alla banda viene contestato anche il commercio di medicinali deteriorati, perché ad esempio gli antitumorali necessitavano di particolare attenzioni nella conservazione.