E’ accusato di truffa e ricettazione commessi a Buttapietra tra il 2006 e il 2007, ma oggi le figlie vogliono dare la loro versione dei fatti. Si tratta di Russo Domenico, residente a Villaricca, che sta espiando la pena di un anno e 6 mesi di reclusione e solo qualche giorno fa è stato raggiunto da un ordine di carcerazione agli arresti domiciliari.
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La figlia Nicla ha voluto però con una lettera inviata alla nostra redazione raccontare la sua versione dei fatti. Ecco la lettera: “Siamo le figlie del signor Russo Domenico, scriviamo questa lettera per spiegare realmente i fatti accaduti tra l’anno 2007-2008 in cui sono stati commessi dei reati di cui è stato ingiustamente accusato nostro padre. Le prove a favore di nostro c’erano la prima era una registrazione dove un testimone descriveva il truffatore la quale era basso , magro e brizzolato, mentre nostro padre è alto, robusto biondo(ad allora), la registrazione di questa testimonianza è scomparsa, ma non solo quella infatti é sparito anche la fatturazione del carico di merci da lui trasportata la cui prova sarebbe servita a provare che nostro padre nel giorno del furto si trovava in tutt’altra cittá.Da chiarire che nostro padre non è assolutamente già “noto alle forze dell’ordine “come scritto nell’articolo, poiché nostro padre ha alle spalle una vita piena di lavoro e sacrifici. In questo caso come in tanti altri, la giustizia italiana non è stata in grado di trovare i veri colpevoli, facendo pagare a persone innocenti reati non commessi , ed è proprio per questo che ci stiamo battendo per l’orgoglio di nostro padre e per la giustizia. Sappiamo che scrivendo questa lettera la pena di nostro padre non cambierà, 18 mesi di detenzione domiciliare e “non un ordine di carcerazione “come scritto nel vecchio articolo , ma ci battiamo per mettere al corrente le persone di come sono realmente andate le cose”.