Mia cugina ha vissuto a Giugliano per 30 anni. Ci aveva portato anche il marito, inglese, poi una mattina mentre correvamo insieme in via Sorbe Rosse mi ha detto che voleva andare via. Il giorno dopo è partita e non è tornata più indietro. Ora vive in Svizzera. Dice di trovarsi benissimo. Anche se all’inizio non è stato facile.
Per aver sbagliato una volta a fare la differenziata ha ricevuto minacce dai suoi condomini. Questa settimana è tornata per il compleanno di suo padre. Mio zio Luigi. Quello che aggiustava le tv. Motivo per il quale è nata l’idea di Tele Club Italia. Ci siamo visti nel mio studio. La prima cosa che mi ha detto è stata: “Avete un grande coraggio per vivere qui”.
Dopo 24 ore a Napoli Nord era esausta. Stressata da traffico e maleducazione. La sua vita “svizzera” l’ha resa intollerante. O forse siamo noi ad essere troppo tolleranti verso tutto? E perché lo siamo? Perché tolleriamo di guidare in strade piene di voragini, di vedere i soliti furbetti sorpassarci in quarta fila, avere auto posteggiate ovunque in divieto di sosta? Di dover fare la fila per ore per prenotare una visita medica? Di avere pasti serviti a scuola ai nostri figli da far passare l’appetito?
Abbiamo perso la capacità di isolare gli incivili. Quelli che non rispettano le regole. E per questo viviamo in un inferno di spazzatura e degrado. Abbiamo smarrito la capacità di indignarci perché troppi di noi usano le scorciatoie per avere ciò che ci spetta di diritto.
Perché? Per colpa della politica e della camorra. Perché fare “una questione” con un troglodita è rischioso. Non sai chi è, non sai che reazione può avere. Può essere un camorrista, o un poco di buono e rischi che un richiamo costi caro.
Ma c’è anche la camorra dentro di noi. Quella che ci impone una certa solidarietà nel non rispettare le regole. Perché alla fine è il nostro modo di stare insieme. Ognuno fa ciò che gli pare. E quando votiamo, votiamo per chi può farci un piacere non per chi può cambiare le cose. Per convenienza e non per convinzione.
No Caterina, non siamo coraggiosi. Siamo solo assuefatti e non sappiamo più cosa sia la normalità. Oggi è domenica, la prima domenica di Don Patriciello sotto scorta. Dovremmo essere tutti al Parco Verde. Ed invece pensiamo al ragù. Perché non siamo coraggiosi. Siamo stanchi di essere cittadini di serie b. Figuriamoci di fare gli eroi. Perché chi ci governa promette il cambiamento ma non cambia mai nulla. Così ci ha fatto perdere la speranza. Per cambiare invece basterebbe davvero poco. Alzare la testa e dire: “Ora basta”.