Tiangong 1, la stazione spaziale cinese sulla bocca di tutti negli ultimi giorni, è rientrata nell’Oceano Pacifico alle 2:15 italiane. Al contatto con l’atmosfera, la maggior parte della navicella si è disintegrata. Man mano che si avvicinava era possibile azzardare i probabili luoghi di caduta. Gli ultimi erano stati l’Atlantico meridionale e il Pacifico meridionale. La conferma del rientro è giunta un’ora dopo l’impatto.
Eventuali frammenti potrebbero essere finiti nelle acque tra l’arcipelago delle Isole Cook, Polinesia meridionale, l’arcipelago dell’Isole del Vento (Tahiti), Polinesia francese. L’impatto è avvenuto a est dell’isola di Rarotonga che ospita la capitale Avarua delle Isole Cook. Erano le 12:15 locali, quindi in pieno giorno, per cui i frammenti non sono stati notati dagli abitanti.
Per un po’ si è temuto anche che alcuni frammenti potessero cadere sull’Italia. La probabilità era dello 0,2% e riguardava in particolare le regioni meridionali, Campania compresa. Man mano questa ipotesi è diventata sempre più remota, fino ad essere del tutto scongiurata. Da notare che, sebbene fuori controllo dal 2016, la stazione cinese non è rientrata troppo lontano dal cimitero per antonomasia di satelliti e navicelle, ovvero il cosiddetto Punto Nemo, cioè quella zona del Pacifico più lontana da ogni terraferma.