TORRE DEGLI INCURABILI
Il complesso è costituito dalla Torre degli Incurabili e dalla Masseria vera e propria ; si può ammirare , nonostante lo stato di abbandono in cui versa attualmente , percorrendo la tangenziale direzione Napoli, nei pressi dell’uscita di Varcaturo dove emerge in tutta la sua bellezza esaltata dalla purezza essenziale delle forme e dalla magnificenza della sua architettura ;
La torre era in origine un poderoso Mulino a Vento , quindi dobbiamo considerare questo insediamento, come un mirabile esempio di “Archeologia Industriale” da annoverare tra gli insediamenti e le testimonianze architettoniche industriali realizzate tra ottocento e novecento e costituite dagli imponenti manufatti e complessi quali gli Antichi Canapifici di Terra di Lavoro ; i Pastifici dell’area di Gragnano , le Cordiere di Castellamare di Stabia , le Reali seterie di San Leucio , L’opificio di Pietrarsa , il Reale Polverificio di Scafati ecc, insomma tra i meravigliosi siti del miracolo Borbonico e dei primati “Napolitani” quando Napoli e la Campania erano all’avanguardia dell’industria e della tecnologia Italiana ed Europea;
La torre degli incurabili può considerarsi la prima fabbrica dell’area Giuglianese (escludendo le vetrerie e le industrie ceramiche documentate a Liternum già in epoca romana imperiale);
Alla sommità della torre vi era un perno di legno che orientava la posizione delle 4 vele, rendendo il meccanismo di macinazione una perfetta macchina in grado di utilizzare i venti che soffiavano da diverse direzioni, il sito che ospita il mulino è battuto da venti provenienti da varie direzioni e la pianura degradante verso il mare trasforma e modella questi venti canalizzandoli e creando quel flusso continuo necessario al funzionamento delle pale ;
Il mulino a vento o Torre degli Incurabili insieme alle antiche masserie, era parte integrante di un vasto e produttivo sistema agrario, distribuito sul territorio Giuglianese .
La produzione del grano, a quell’epoca predominante sulle altre colture, e’ stato il motivo di fondo per la realizzazione della fabbrica. Si presenta come una grossa torre a base ottagonale, a forma di tronco di piramide, con un altezza di circa 15 mt. Al piano terra si notano due ingressi, la presenza di fori per l’ancoraggio delle travi e i resti di tavolati in castagno, lasciano supporre che i solai fossero realizzati con strutture in legno.
Il sito è sicuramente più antico , ma viene documentato a partire dall’inizio del 1700, e riportato sia nel Catasto Onciario del 1748 che nella carta “Rizzi Zannoni “ del 1793 , in origine quasi sicuramente fù utilizzato come Lazzaretto per i malati di peste e di altre gravi malattie , come la tubercolosi, ed un confino per pazzi e moribondi e da questa sua destinazione prese il nome, ufficialmente il titolo di proprietà più antico risale agli inizi del 1700 con la donazione del Duca Ottavio Capece Scondito alla nipote Maddalena , agli inizi del 1800 la masseria e la torre e la tenuta passò per matrimonio al conte Nicola Sifola e poi ai discendenti;
Oltre però a questa sua storia “in chiaro” il sito è stato oggetto di leggende e storie “misteriose” nate anche con la suggestione ed fascino che indiscutibilmente il luogo ancora adesso emana , e dalle storie vissute della povere persone che vi furono relegate ; Qualcuno ha voluto rintracciare nella composizione architettonica e nella geometria pura e definita del manufatto , alcuni elementi come l’ottagono della pianta , o il tronco di piramide dello stadio superiore , identificabili come parti di un linguaggio non solo architettonico, ma anche di tipo esoterico legato ai numeri ed alla loro funzione in chiave simbolica ; Circolano , infine sempre legate alla Torre degli Incurabili , alcune leggende popolari che narrano di improbabili apparizioni e fantasmi , come quella del cacciatore che percorrendo la strada della masseria , si accorse di essere inseguito distinguendo distintamente i passi di una donna, per alcuni interminabili minuti l’inseguimento prosegui’ incessante , quando arrivato nei pressi della Torre l’uomo udi’ un forte rumore come il battito di un enorme uccello che si librava in volo e giratosi intorno l’uomo si accorse di essere da solo e di non vedere nessuno intorno a lui fin dove arrivava il suo sguardo ;
Note e foto in collaborazione con il Geom. Antonio Palumbo e notizie tratte anche da “Aspetti territoriali e testimonianze storico- architettoniche dell’area giuglianese “ del dott. Giovanni Sabatino.
Articolo redatto dall’Architetto Francesco Russo