La variante Xe in Italia, l’allarme dei virologi: “Più contagiosa del 10%”

La variante Xe già sta circolando in Italia. A confermarlo sono i virologi, in allarme per la diffusione della nuova ricombinante di Omicron che potrebbe diventare la nuova versione dominante del Covid-19.

Variante Xe già in Italia: si teme nuovo picco di contagi

Con il caldo primaverile il Covid non ha allentato la sua morsa in Italia. La variante Omicron mostra segni di resistenza alle variazioni di temperatura rispetto a quanto sperimentato negli altri due anni di pandemia. Dopo il picco registrato a gennaio e febbraio, abbiamo avuto un calo e poi una nuova ripresa dei contagi. Oggi c’è l’incognita Xe. Non si sa se provocherà una nuova risalita delle infezioni da qui ai prossimi mesi, come sta succedendo in Gran Bretagna.

«Ci deve preoccupare? Sì, perché si tratta di una variante ricombinante, ovvero che ha unito in sé parti di Omicron BA.1 e di Omicron BA.2 – dice Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto farmacologico Mario Negri, al Corriere -. Al contrario di altri ceppi ricombinanti, come Xd e Xf (mix tra Delta e Omicron), che non hanno grande diffusione, Xe sta prendendo piede in Inghilterra (dove l’attività di sequenziamento è molto intensa) e ci aspettiamo che possa essere già presente anche in Italia».

Parla Basetti

Sui pericoli della nuova variante di Sars-Cov-2 interviene anche Matteo Basetti, diretto del Policlinico San Martino di Genova: «Non sembra più aggressiva, più mortale e più patogenetica. Il ciclo completo vaccinale (con booster) funziona nel prevenire forme gravi. È invece sicuramente più contagiosa (+10%). Quindi si diffonderà più velocemente e più rapidamente e potrebbe prendere il sopravvento sulle altre. Dovremo abituarci: finché c’è virus c’è variante».

La maggiore contagiosità della Xe potrebbe avere delle ripercussioni sul sistema ospedaliero e sulle categorie più fragili. Ma è presto per fare previsioni, anche perché l’arrivo del caldo nei prossimi mesi dovrebbe ridurre i casi più gravi e favorire un rallentamento della circolazione virale. A settembre potremmo probabilmente capire quanto pericolosa sia la nuova ricombinazione del Covid e quale gli effetti sulla popolazione.

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