Dopo il terribile incidente d’auto avvenuto un mese fa torna a farsi vedere. Il settimanale Chi, nel numero in edicola mercoledì 8 gennaio, pubblica le prime immagini dopo lo schianto in cui Lapo Elkann ha rischiato di morire.
L’imprenditore è stato fotografato a St.Moritz con un amico, che lo aiuta nella riabilitazione. Lapo Elkann, visibilmente provato si sposta ancora su una sedia a rotelle, ma approfitta delle giornate di sole per ricominciare a camminare seppure per brevi tratti. Ha perso dieci chili ed è molto provato, ma pronto per ripartire per una nuova sfida.
Lapo Elkann, l’incidente
Circa un mese fa, mentre viaggiava da Gerusalemme a Tel Aviv è stato coinvolto in uno scontro e Lapo è finito in coma per due giorni. Appena uscito dall’ospedale, Lapo ha voluto ringraziare Dio. “Voglio dedicare il mio tempo, il mio cuore e risorse economiche a fare del bene occupandomi della mia Onlus, che non è un capriccio da bambino viziato – ha dichiarato – Umanamente Lapo Elkann non è come lo descrivono gli altri, ma è un uomo con il cuore aperto e che ha voglia di fare del bene. Con l’incidente ho capito che è questo il mio nuovo motto di vita. Il motivo della mia vita oggi è aiutare gli altri e chi ha i miei stessi problemi, ma non i miei stessi mezzi per cercare di uscirne”.
Le parole di Lapo dopo l’incidente
La dinamica dell’incidente, a distanza di tempo, non si è ancora chiarita, ma l’urto è stato talmente violento che l’imprenditore è stato anche in coma, portato al pronto soccorso della struttura Assunta Hospital, dove gli sono stati prestati i primi soccorsi. Appena gli è stato possibile ha commentato quanto accaduto, stupito e grato del fatto di essere ancora in vita: “Voglio ringraziare Dio, e poi i medici israeliani e quelli europei.Voglio pregare per i ragazzi giovani che ho visto morire in Israele accanto a me nei letti delle emergenze dell’ospedale, gli amici che mi sono stati vicini, la mia famiglia. Voglio ringraziare Dio di avermi dato la possibilità di ridarmi la vita. Voglio dedicare il mio tempo, il mio cuore e risorse economiche a fare del bene occupandomi della mia Onlus”.