È terminata la fuga del boss di Villaricca, Luigi Cacciapuoti. L’uomo, che da mesi era diventato un fantasma, è stato arrestato in una lussuosa villa con piscina a Giugliano, nella frazione di Varcaturo.
Latitanza finita per Luigi Cacciapuoti, arrestato in un blitz a Giugliano
Ad ammanettarlo sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia napoletana. Grazie a indagini tradizionali e tecniche, al monitoraggio dei social e dei movimenti finanziari sono riusciti a circoscrivere l’area dove il 64enne era verosimilmente nascosto anche se il luogo preciso era poco chiaro.
A tradire il capo del clan è stato un cagnolino, fedele amico di una donna che Cacciapuoti incontrava regolarmente. Il barboncino era affacciato ad una finestra semichiusa di una grossa villa. Un animale come tanti altri che, però, ha suscitato negli investigatori il sospetto che quello chalet fosse proprio il rifugio del latitante.
Così hanno pianificato il blitz e analizzato ogni possibile via di fuga. Studiando anche l’impianto fognario comunale che correva nel sottosuolo. Nulla è stato lasciato al caso. Poi l’ingresso. Tutte le uscite sono state bloccate, la villa è stata circondata. Cacciapuoti se n’è accorto quando i carabinieri erano ormai ad un passo da lui, sdraiato a bordo piscina mentre sfogliava un quotidiano. Giornale aperto su una pagina di cronaca della camorra di Ponticelli.
Non ha opposto resistenza e le manette sono scattate ai suoi polsi. La villa è stata sequestrata e così i documenti di identità che il 64enne portava con sé: la sua foto ma i dati di un’altra persona. L’uomo è ora è nel carcere di Secondigliano. Dovrà scontare una pena di 15 anni.
Arrestata anche una donna
Arrestata anche Piera Luongo, classe ’72, trovata in compagnia del boss, che dovrà rispondere di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravato dalle modalità mafiose. E’ stata portata nel carcere di Pozzuoli.
Operazioni precedenti
Luigi Cacciapuoti è considerato elemento di vertice dell’organizzazione camorristica, che vantava ottimi rapporti, anche d’affari, con federazioni criminali di rango come l’Alleanza di Secondigliano e, come detto, il clan dei Casalesi. Un duro colpo al clan Ferrara-Cacciapuoti è stato assestato all’inizio dello scorso mese di giugno quando Carabinieri e Gdf, coordinati dalla Dda, hanno notificato 19 arresti. Il clan, è emerso, sviluppava un ricco volume d’affari, come dimostrato dal ‘business’ delle undici società sequestrate – 16 milioni all’anno – ma anche dall’alto tenore di vita degli affiliati.
Il commento di Piantedosi
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è complimentato per l’operazione condotta oggi dai carabinieri a Giugliano. “Proseguono gli arresti di pericolosi latitanti, frutto delle capacità operative e dell’impegno delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine, al lavoro ogni giorno, nei più diversi scenari, per garantire la sicurezza dei cittadini e l’ordine pubblico. A tutti loro va il mio ringraziamento”, ha detto Piantedosi.
Il clan ‘bicefalo’ Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca, comune dell’hinterland di Napoli, storicamente rientra (con quello Nuvoletta di Marano di Napoli e dei Casalesi) nel cartello camorristico denominato Nuova famiglia, collegato all’ala corleonese di Cosa Nostra e militarmente contrapposto alla Nco, capeggiata dal defunto Raffaele Cutolo. Con gli anni, poi, gli assetti e il modo di operare sono cambiati e il clan di Villaricca ha sempre più sviluppato la sua vocazione imprenditoriale, nel settore dell’edilizia, della ristorazione, della commercializzazione di generi alimentari e, in particolare, degli idrocarburi.