Non poteva mancare il settore del pane. Anche qui come in altri comparti dell’economia, il clan aveva affari loschi e cospicui. La distribuzione del pane, si legge nell’ordinanza: “è un affare di diretto interesse dei capi storici del clan Mallardo, che lo gestiscono attraverso l’azienda denominata “La Panificazione” facente capo a Giuliano Pianese, alias Giulianiello”. La vicenda nasce a seguito di una richiesta estorsiva danno di un titolare di un’attività commerciale. Il tutto è stato accertato da intercettazioni telefoniche e pedinamenti.
I CONTRASTI SULLA GESTIONE DEL PANE. Uno dei pentiti racconta che per un certo periodo il genero di Ciccio Mallardo, avrebbe voluto imporre il pane al posto di Giulianiello. La vicenda si fece talmente complessa che i boss decisero di dividere gli affari. Ovvero alla panificazione la distribuzione del pane a Tore quella dei panini. Così tutti i commercianti furono costretti a subire tale imposizione. Giulianiello, secondo quanto avrebbe riferito Pirozzi, non solo è titolare del panificio, ma è stato dipendente dell’Asl Napoli 2 Nord, anche se di fatto non ha mai prestato servizio, ricevendo lo stesso lo stipendio ed è ritenuto un affiliato alla cosca. Il pentito poi racconta retroscena pesanti sulla gestione della cassa e alcuni affari “interni”. Secondo il collaboratore i boss stavano per affidare la gestione dei soldi dell’organizzazione criminale proprio a Giulianiello: “la decisione di affidare la cassa a Pianese sembrava strana proprio perché Feliciano Mallardo aveva decretato la morte di Pianese Giuliano in quanto quest’ultimo spesso parlava indebitamente a nome di Giuseppe Mallardo, cosa che si era rivelata infondata. Improvvisamente lo stesso Pianese mise in mezzo la voce che a responsabilità del clan sarebbe passata a lui ed a Picardi Patrizio, da sempre storici nemici. In realtà Pianese Giuliano era stato messo da Mimì Ferrara che così avrebbe avuto il controllo anche su Giugliano e Picardi per conto di Ciccio Mallardo.
LA DOPPIA ESTORSIONE. Pirozzi racconta: “Tutti gli ambulanti dovevano pagare una somma estorsiva che era commisurata al tipo di prodotto venduto ed era più consistente per la vendita di prodotti alimentari, mentre era meno elevata per gli altri prodotti. Deve essere specificato che chi vendeva il pane veniva estorto doppiamente in quanto, dapprima gli veniva imposto il prodotto de La Panificazione di Giuliano Pianese, che era anche di cattivo qualità e poi doveva pagare anche l’estorsione per l’occupazione del mercato delle pulci (sotto il controllo di Giuliano Amicone).
CATTIVA QUALITA’ DEL PANE: “Il pane della panificazione era di cattiva qualità tanto che una volta, appositamente, ospitai a pranzo presso la mia abitazione il figlio di Pianese e senza dirgli nulla gli offrii i panini prodotti da La panificazione. Allorquando si lamentò della qualità del pane gli rivelai che si trattava proprio del pane prodotto dal padre” racconta il pentito.