Le mani della camorra su Roma: 420 anni di carcere. Ecco chi comandava nella Capitale

Camorra a Roma, arrivano le richieste di condanna. Ben 420 anni di carcere sono stati chiesti infatti dal pm per i cosiddetti “Napoletani della Tuscolana”. Le accuse per i 32 imputati, a vario titolo e secondo le posizioni, vanno dall’ associazione mafiosa, all’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, reati contro la persona, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi, illecita concorrenza con violenza e minacce, commessi con l’aggravante delle modalità mafiose e per essere l’associazione armata.

Il gruppo era composto da un mix di campani e noti criminali romani. Tra gli affari ci sarebbe lo spaccio di stupefacenti in alcune piazze della periferia della Capitale (Centocelle, Borghesiana, Pigneto e Torpignattara). Nelle indagini, però, emersero anche episodi di estorsioni e gravi intimidazioni per imporre il volere del clan e per recuperare crediti usurai anche per conto di terze persone.

La maxi inchiesta nel febbraio dello scorso anno portò gli inquirenti a ritenere di avere smantellato un’organizzazione per delinquere di matrice camorristica operante nella zona sud-est di Roma, impegnata in varie attività illecite e capeggiata, secondo l’accusa, da Pagnozzi.

Le condanne più alte sono state sollecitate per il presunto boss Domenico Pagnozzi detto ‘o professore e Massimiliano Colagrande (30 anni ciascuno), Marco Pittaccio (26 anni) e Claudio Celano (22 anni). L’organizzazione avrebbe voluto monopolizzare anche il controllo della distribuzione delle slot machine in molti esercizi commerciali della zona Tuscolana-Cinecittà. Nell’ambito della stessa inchiesta altre 6 persone sono state già giudicate col rito direttissimo e condannate a 66 anni di reclusione.

fonte: Il Mattino 

 

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