Leo ucciso con un calcio che gli ha fatto esplodere il fegato: foto horror sui telefonini dei genitori

Ucciso con un calcio così forte da fargli esplodere il fegato. Il piccolo Leonardo Russo, ammazzato di botte dai genitori, è morto così. Ma ciò che emerge dalle indagini condotte dalla Procura di Novara è assai peggio. Le violenze, infatti, andavano avanti da mesi e non si è trattato di un caso isolato, come avrebbe voluto far credere la mamma.

Le foto di Leonardo Russo sugli smartphone

Le prove sono racchiuse all’interno dei telefonini. La coppia si scambiava scatti che ritraevano il piccolo con i segni delle ecchimosi e delle botte subite. Quando il piccolo è arrivato lo scorso 23 maggio in fin di vita in ospedale a Novara i medici hanno subito capito di trovarsi davanti a un caso di maltrattamenti. In un primo momento, la madre Gaia Russo e il compagno Nicolas Musi hanno provato a giustificarsi dicendo che si trattava di una banale caduta dal lettino.

Le indagini

L’ipotesi, però, era incompatibile con le ferite rinvenute dai medici sul corpo del minore. In particolare con una lesione all’altezza del fegato, probabilmente determinata da un calcio che sarebbe risultato letale. Alla fine entrambi sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Lui è in carcere, mentre lei agli arresti domiciliari perché incinta di un secondo bimbo. La posizione della donna adesso si aggrava. Infatti lei aveva sempre negato ogni addebito e di non essere mai stata a conoscenza delle violenze inflitte a Leonardo.

La versione adesso vacilla e a smentirla sono le decine di foto che si scambiava col compagno via telefono. Foto del piccolo Leonardo Russo apparentemente semplici, scattate in contesti naturali: magari mentre sta mangiando un gelato, oppure mentre è intento a giocare con una macchinina sotto gli occhi di quelli che dovevano essere i suoi genitori. Gli inquirenti hanno sequestrato tutto il materiale fotografico, che adesso rappresenta una prova decisiva per inchiodare Gaia e il compagno alle loro responsabilità.

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