Voleva raggiungere la fidanzata in Asia e rifarsi una vita con i soldi della polizza assicurativa di 300mila euro. Una grossa somma che gli avrebbe permesso di costruirsi un futuro in Thailandia e di lasciarsi il passato alle spalle. Soprattutto il fratricidio compiuto in un terreno agricolo di Lettere, nel Napoletano, e studiato nei minimi dettagli, con l’obiettivo di impossessarsi di quel denaro.
Lettere, uccide il fratello per 300mila euro: voleva fuggire in Asia con la fidanzata
Ma in Asia Antonio Martone, 36 anni, non ci andrà mai. L’ultimo “viaggio” che gli è stato concesso è quello verso il carcere, dove è rinchiuso dalla notte scorsa. Domani il 36enne, accusato di omicidio premeditato e pluriaggravato del fratello Domenico, 33 anni, comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia.
Le indagini, coordinate dai pm Emilio Prisco e Bianca Maria Colangelo della Procura di Torre Annunziata, hanno avuto una accelerata grazie alla visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza pubbliche e private presenti nella zona del delitto.
Dai filmati si notano i due fratelli Martone arrivare insieme in auto nella zona di via San Paolo. Qualche minuto dopo, gli occhi metallici riprendono prima il fumo che comincia ad alzarsi dal luogo delitto e poi Antonio Martone scendere a piedi, in gran fretta, dalla proprietà di famiglia. I residenti della zona, notando il fumo, hanno allertato i vigili del fuoco che, giunti sul posto, si sono resi conto che a bruciare non erano sterpaglie ma il corpo di un uomo.
Poco distante i militari hanno trovato l’automobile di Domenico, nell’abitacolo c’era anche una copia del suo Green Pass. Delle vittima non si sa molto, chi lo conosceva lo descrive come un ragazzo onesto e introverso, che si arrangiava svolgendo lavori saltuari in qualche fabbrica.
La polizza
Un anno fa Domenico aveva stipulato, su iniziativa del fratello, un premio da circa 300mila euro. Soldi che Antonio voleva incassare ad ogni costo, anche togliendo la vita a suo fratello. Ieri la Procura oplontina ha emesso un decreto di fermo nei suoi confronti. Il fermato, dopo le formalità di rito, è stato rinchiuso nella casa circondariale di Napoli Poggioreale, a disposizione dell’autorità giudiziaria per la convalida del fermo.