L’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, affida alla propria pagina social un lungo messaggio sulla necessità di nuovi investimenti da parte del Governo:
Il messaggio dell’ex sindaco partenopeo
“Il Governo invece di rimanere impassibile di fronte a fallimenti di aziende e delocalizzazioni di fabbriche per un atteggiamento supino nei confronti di talune multinazionali ed invece di approvare disegni di legge che impongono la privatizzazione dei servizi pubblici locali, perché non persegue la nazionalizzazione dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia, delle situazioni di monopolio e delle industrie strategiche (art. 43 Cost.)?
Perché non colloca fuori mercato, con una politica Keynesiana, tutti quei beni e servizi che sono costitutivi dello Stato Comunità attraverso la proprietà pubblica demaniale? Perché il Governo non pensa per le lavoratrici ed i lavoratori di ricorrere all’autogestione per imprese in difficoltà? La legge prevede, infatti, la possibilità di liquidazione dell’indennità di disoccupazione, prevista per 24 mesi, non a rate, ma complessivamente in una unica elargizione iniziale. Con queste somme i lavoratori si possono costituire in cooperativa salvando anche aziende sull’orlo del fallimento o della delocalizzazione.
I Governi liberisti dimenticano l’art. 43 della Costituzione e il trasferimento con legge ordinaria della gestione di imprese a comunità di lavoratori o anche di utenti. È necessario oggi un forte investimento pubblico nell’economia, lo Stato che produce economia e ricchezza in un’ottica di riduzione delle disuguaglianze, come si è fatto anche negli anni ‘60 del novecento quando l’economia italiana giunse al quarto posto nella classifica delle economie mondiali. Invece i Governi predatori delle risorse pubbliche operano la privatizzazione di beni e servizi e quindi la cessione di tali beni e servizi dalla proprietà pubblica del popolo italiano alle S.p.A., di modo ché non è più proprietario il popolo sovrano ma i soci che fanno parte della S.p.A. Così scompare il fine sociale dell’economia e si persegue, con la complicità dello Stato il fine individuale o di parte.