«Toglieremo l’Imu, ridaremo quella pagata nel 2012 e aboliremo l’Irap nei cinque anni di governo». In Rete vedo già battute, slogan, meme che lo associano a un venditore di pentole (un esempio, qui sotto). Altri invece non dileggiano, ma considerano nuovamente che sotto il piano della comunicazione politica è come sempre un ottimo stratega. Ora, mentre tutti sono a pranzo e vedranno i Tg nazionali, sarà lui ad aprire i titoli proprio con lo slogan «Aboliremo l’Imu», e quel messaggio arriverà a un numero molto ampio di persone, di cittadini. Un refrain rodato, perfetto. Berlusconi trasformato in Wanna Marchi, con un Alfano nei panni del Maestro do Nascimento (da Facebook) L’opinione pubblica, come diceva Bourdieu, non esiste, e io credo che essa si formi attraverso gli strumenti più svariati. E dopo Grillo nelle piazze, anche lui sceglie il piano più congeniale per parlare a una opinione pubblica che non c’è: la televisione e i tempi da soap opera che lui conosce benissimo.
Il messaggio di oggi di Berlusconi parla al blocco sociale al quale lui ha fatto sempre riferimento, e che ha taciuto per quasi un anno. Il cavaliere conosce bene i meccanismi della
memoria collettiva e sa che anche quella è soggetta a consumo. In meno di un anno riesce a fare perno sugli stessi punti che lo hanno portato alle dimissioni, riproponendo un do ut des che ha il sapore del voto di scambio. Se mi voti, ti tolgo l’Imu. Nei prossimi giorni leggeremo sondaggi che, inevitabilmente, vedranno in salita il Pdl, e si riproporrà di nuovo la “rimonta” come narrazione politica, un frame al quale anche le altre coalizioni stanno contribuendo, più o meno indirettamente, più o meno consapevolmente. Queste non sono e non saranno le “elezioni social’, come suggeriscono in tanti. Questa campagna elettorale è la più tradizionale alla quale abbiamo mai assistito.