futuro luigi di maio

E’ finita mestamente l’esperienza politica di Luigi Di Maio. Dopo il flop del suo partito, Impegno Civico, alle ultime elezioni politiche, certificato da uno sconsolante 0,6% di consensi, nella giornata di ieri ha lasciato in via ufficiale il suo incarico alla Farnesina come ministro degli Esteri dopo il passaggio di consegne al nuovo titolare del dicastero, il forzista Antonio Tajani. In molti, adesso, tra osservatori e non, si chiedono quale sarà il futuro dell’ex leader del M5S e se tornerà nella sua natia Pomigliano.

Luigi Di Maio: pausa fino a Natale. Cosa farà “da grande”

Il primo atto pubblico che ha compiuto dopo la sconfitta elettorale – oltre alla misteriosa scomparsa della sua pagina Facebook – sono state le dimissioni da segretario del suo stesso partito, fondato insieme all’ex centrista Bruno Tabacci, l’unico dei candidati di Impegno Civico riuscito a entrare in Parlamento. Chi lo conosce bene racconta però che, nonostante le cocenti delusioni, negli ultimi giorni da ministro non ha battuto la fiacca: «Ha continuato a lavorare fino all’ultimo minuto. A portare avanti i dossier sulla sua scrivania. Adesso resterà a Roma, dove vive anche la sua compagna (Virginia Saba, ndr) e sicuramente per i prossimi mesi non ci saranno novità sul suo futuro».

Secondo un suo fedelissimo, si prenderà una vacanza almeno fino a Natale. Poi deciderà se raccogliere i cocci della sua esperienza politica, o se intraprendere un’altra strada, lontana dai crocevia del potere. Dopo le smentite di un suo possibile coinvolgimento nella giunta regionale di Vincenzo De Luca, secondo indiscrezioni raccolte da Il Mattino, l’enfant prodige del grillismo potrebbe reinventarsi come consulente nelle relazioni internazionali, facendo leva sul suo curriculum alla Farnesina. Uno dei precedenti in questo campo è quello di Matteo Renzi. Ex premier ed ex segretario del Partito Democratico, dopo il netto ridimensionamento del suo consenso e del suo seguito elettorale, si è reinventato come “conferenziere” e consulente per l’Arabia Saubita. Un circuito a quanto pare redditizio, frequentato anche dall’ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema dopo l’ultimo incarico al Governo Prodi.

Altre ipotesi

Un’altra idea che circola negli ambienti dimaiani è anche quella di costruire una società tutta sua e diventare un lobbista per stati stranieri grazie alla rete di contatti che ha costruito in questi anni divisi tra Parlamento e Ministeri. Del resto Di Maio, da capo dell Farnesina, si è molto impegnato nell’azione di sostegno alle imprese del Made in Italy e si è fatto conoscere da molti manager e cda. Una strada che potrebbe percorrere da privato e non più da uomo pubblico.

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