Colpo alla camorra della zona di Maddaloni. Cinque arresti in giornata tra Santa Maria a Vico e San Felice a Cancello. I Carabinieri della Compagnia di Maddaloni, su disposizione della DDA, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa in data 05 Aprile 2018, dal GIP presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di cinque persone. Sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata:
- CARFORA Vincenzo, detto “o’cantante”, classe 1969, residente a Forchia (BN);
- IANNUCCI Barbato Vincenzo, detto “enzuccio”, classe 1976, residente a Castelvenere (BN);
- LETTIERI Michele, detto “o’napulitano”, classe 1964, residente a Pignataro Maggiore (CE);
- RUOTOLO Enzo, classe 1975, residente in San Felice a Cancello (CE);
- SGAMBATO Giovannina, detta “a sparatora” “a vecchiarella” “a signora”, classe 1950, residente a San Felice a Cancello (CE);
Secondo quanto ricostruito dalla DDA, i cinque arrestati di oggi rappresentano oggi il potere camorristico sul territorio dell’agro maddalonese/sanfeliciano, ma in realtà l’inchiesta ha avuto anche altri cinque indagati che, a vario titolo, hanno in qualche modo compartecipato con i primi alla realizzazione delle attività illecite a centro dell’inchiesta.
Le indagini sono state condotte grazie a una serie di intercettazioni, che hanno consentito di individuare un’organizzazione camorristica attiva sul territorio Casertano, nei comuni di San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico in particolare, e in alcuni comuni della Valle Caudina, in provincia di Benevento, quale Forchia, Arpaia e Paolisi, costola dello storico “clan Massaro”, scompaginato a seguito di una serie di arresti e conseguente scelta collaborativa maturata dai suoi principali elementi verticistici.
Sono state altresì ricostruite diverse attività estorsive in danno di imprenditori e operatori commerciali, poste in essere dagli indagati avvalendosi della forza intimidatrice e della condizione di assoggettamento e omertà derivante dalla partecipazione, per l’appunto, alla compagine camorristica in trattazione, promossa e diretta da Lettieri Michele e Sgambato Giovannina. In concreto, costoro, grazie all’organica e stabile partecipazione al sodalizio degli altri indagati, hanno rivitalizzato l’egemonia e il controllo camorristico nella Valle di Suessola, oltre ad aver a tal fine intrattenuto legami con il clan “Pagnozzi” attivo nella confinante Valle Caudina, perfettamente in linea a quanto succedeva in passato sotto la reggenza Massaro, con particolare riferimento alla definizione dei rispettivi ambiti territoriali di competenza.