Ventotto arresti, di cui quattro ai domiciliari. E’ questo il bilancio della maxi-operazione condotta oggi 16 luglio dalla Guardia di Finanza a Palermo. In manette anche Giuseppe Corona, il tesoriere di Cosa Nostra, e un avvocato. Nel mirino mafiosi, prestanome ed estortori di diversi clan della città.
L’inchiesta, che fotografa la mafia del dopo Riina, una mafia in cerca di equilibri, nuovi capi e nuovi business, ha portato alla luce soprattutto il ruolo di Giuseppe Corona, boss emergente nei nuovi assetti di Cosa nostra dopo la morte di Totò Riina e capace di riciclare fiumi di denaro. Sec0ndo gli investigatori era lui a gestire gli investimenti in negozi ma anche bar e tabaccherie per conto delle famiglie mafiose con la complicità di insospettabili prestanome.
Tra i quattro ai domiciliari anche Nico Riccobene, noto avvocato, già indagato in passato per aver gestito il tesoro dei costruttori boss Graziano. L’operazione, denominata “Delirio”, e coordinata dalla Dda di Palermo, è stata condotta dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza dalle prime ore di questa mattina. Sono in fase di esecuzione anche perquisizioni e sequestri di società e immobili per diversi milioni di euro.
Il personaggio chiave dell’inchiesta della Dda di Palermo è Giuseppe Corona, Fiumi di soldi sporchi guadagnati con il traffico di droga sono passati per le sue mani, il “re” del riciclaggio, capace di ripulire denaro illegale e reinvestirlo in una attività lecita. Corona non è un insospettabile. Il suo nome spunta negli atti di un’inchiesta che, l’anno scorso, portò in carcere i vertici del clan mafioso di Resuttana da sempre guidato dai boss stragisti della famiglia Madonia.
Condannato a 17 anni per un omicidio commesso dopo una banale lite per la restituzione di un braccialetto, figlio di un mafioso assassinato, di lui il capomafia Gregorio Palazzotto diceva “é mio fratello”. I Madonia gli avrebbero affidato il loro tesoro, tanti soldi da ripulire, e le scommesse dell’ippodromo, poi sequestrato per mafia. Bar, tabacchi, immobili, Corona negli anni ha fatto molti investimenti. Col denaro delle cosche, secondo i pm.
In carcere:
Raffaele Favaloro, Giuseppe Corona, Maurizio Caponnetto, Vito Virzì, Stefano Madonia, Luigi Miceli, Alessandro Bronte, Gianpiero Giannotta, Domenico Lo Iacono, Calogero Naso, Carmelo Naso, Salvatore Buccheri, Giuseppe Giurintano, Salvatore Salamone, Gioacchino Salamone, Giuseppe Salamone (classe ’62), Giuseppe Salamone (classe ’68), Gregorio Palazzotto, Sandro Diele, Claudio Demma, Paolo Lo Iacono, Croce Siragusa. Alcuni di loro erano già detenuti per altro.
Arresti domiciliari:
Nicolò Riccobene, Michele Siracusa, Giuseppa Mandarano e Antonino Salerno.
Divieto di dimora a Palermo:
Rosario Armetta, Pasquale Fantaci. Giuseppe Abbagnato, Francesco Paolo Trapani, Massimiliano Cocco, Salvatore Giglio, Giuseppe Pecoraro, Giosuè Lo Piccolo, Giovanni Russo, Aurelio Perrino, Salvatore Calabrese, Aldo Calandra, Francesco Calandra, Giuseppe Tarantino, Domenico Milazzo, Emanuela Milazzo, Roberto Bonaccorso, Maria Laura Bonaccorso, Salvatore Sanfratello.