Pirozzi racconta come funzionava il sistema: mesate e cassa comune

Professionisti, commercialisti e direttori di banca, tutti compiacenti per prestiti bancari. Ma non solo. Avvocati pagati periodicamente dal clan per casi determinati. C’era chi veniva impiegato per grossi arresti chi invece ingaggiato per piccoli casi. Il tutto veniva gestito dalla cassa comune e per le spese extra si doveva rendicontare. Feliciano voleva infatti sapere tutto, ogni minima spesa.

 

A parlare è sempre Giuliano Pirozzi che, durante l’ultima udienza,  svela quanto la cosca fosse perfettamente organizzata nella gestione del denaro. Riguardo i legali, venivano pagati in determinati periodi dell’anno come Natale, Pasqua o Ferragosto: “Non posso dire che sono stipendiati – ha però specificato Pirozzi – Ma alcuni avvocati si occupavano periodicamente dei casi importanti”.

 

Chi fossero non lo dice, ma di certo non si può mettere sotto accusa l’intera categoria. C’è qualcuno che può essere ritenuto vicino al clan ma non per questo tutti gli avvocati devono essere tacciati di essere soci o parte della cosca.

 

In tanti svolgono il loro lavoro nel modo più corretto possibile. In quanto penalisti è normale avere a che fare con camorristi. Ma tra di loro c’è qualcuno che probabilmente, ma questo è ancora da accertare, riceveva lauti pagamenti periodicamente. Pirozzi tra l’altro racconta di una discussione tra Feliciano e Scicchirocco proprio sul pagamento extra ad un avvocato. Il boss non si spiegava come fosse possibile che si desse tanto denaro al legale e chiese spiegazioni al suo gregario. Insomma Pirozzi ne ha per tutti. Da professionisti, direttori di banca a legali. Un piccolo sistema collaudato e tenuto in vita da Feliciano Mallardo dal quale però devono tenersi fuori i tanti professionisti che con il clan non hanno mai avuto niente a che fare limitandosi a compiere semplicemente il loro dovere.

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