Il mondo intero è ancora sconvolto per la scomparsa di Diego Armando Maradona. Il campione è morto mercoledì 25 novembre all’età di 60 ann in Argentina.
Sull’ex calciatore del Napoli, campione del mondo nel 1986, è stata eseguita l’autopsia che avrebbe rivelato la causa della sua morta: un attacco cardiaco che ha avuto nella tarda mattinata (le 12 in Argentina, le 16 italiane). L’esame ha stabilito che il Pibe de Oro è morto per un’insufficienza cardiaca acuta evidenziata in un ‘paziente con miocardiopatia dilatativa’.
Morte Maradona: l’autopsia
L’esame autoptico è stato eseguito tra le 19.30 e le 22 di mercoledì, pochissime ore dopo la morte, nell’ospedale di San Fernando, ed è stato stabilito che l’insufficienza cardiaca ha provocato ‘un edema polmonare acuto’. La notizia è stata riferita dai quotidiani argentini il ‘Clarin’ e ‘La Nacion’.
Sei medici hanno preso parte e tra questi c’era anche un perito nominato dalla famiglia. Per avere il risultato definitivo bisognerà attendere l’esito degli esami tossicologici, che servono per far capire se Maradona aveva assunto farmaci, sostanze stupefacenti o alcol.
Mentre il procuratore generale di San Isidro John Broyard aveva detto ufficialmente che gli esami preliminari avevano escluso “ogni segno di attività criminale e di violenza”. Mentre i familiari di Maradona hanno chiesto ai medici che hanno effettuato l’autopsia in ospedale di non portare con sé i rispettivi di telefoni cellulari, perché temevano che fossero scattate delle foto inappropriate. Maradona dopo l’autopsia è stato trasportato nella Casa Rosada dove è stata già allestita la camera ardente.