Il 99 per cento degli esercenti non è autorizzato. Ne consegue che dal 1 gennaio dell’anno corrente, tranne che per un paio di attività commerciali autorizzate in una data successiva dagli uffici competenti, nessuno (in primis bar e caffetterie dotate di strutture mobili o fisse) è più legittimato e autorizzato a vendere o somministrare cibi e bevande lungo le arterie pubbliche cittadine. Men che mai potrebbero operare i negozianti al dettaglio che occupano o espongono, sistematicamente, i loro prodotti sul suolo pubblico: cassette di frutta e verdura e quant’altro.
La palla passa ora alla nuova amministrazione comunale. Lo vietano i regolamenti in materia di commercio e le più elementari norme per la tutela dell’igiene pubblica. A questo punto la palla passa ai funzionari dell’Ente e agli assessori competenti: Luigi De Biase (dirigente ad interim dell’area Vigilanza), Domenico D’Ambra (Igiene e Sanità), Gennaro Ruggiero (Attività produttive) e Gaetano Orlando (Polizia municipale). L’anno scorso, sempre durante la gestione Tramonti, furono effettuati alcuni sopralluoghi e verifiche: la polizia municipale stanò diversi commercianti. Poi, col passare dei mesi e archiviata l’esperienza commissariale, tutto è tornato come prima.