Marano. Dopo diversi solleciti, il Comune si è deciso di conferire al Consorzio S.O.L.E. (Sviluppo, Occupazione, Legalità economica), per un periodo di sette anni, due beni immobili confiscati alla camorra. Si tratta di un terreno di 6410 metri quadrati sito in via Padreterno Lavinaio con annesso fabbricato rurale e di un immobile sito in via San Tommaso D’Aquino. Adesso, al Consorzio spetta curarne al più presto l’assegnazione per un riutilizo sociale, attraverso procedure a evidenza pubblica.
Ricordiamo che Marano aderisce al Consorzio Sole, l’organismo costituito da 17 Comuni della provincia napoletana e la Città Metropolitana, fin dai tempi dell’amministrazione Bertini, pagando una quota annuale di oltre 7mila euro (2mila più una parte variabile in base al numero di abitanti). Ma qual è la mission del Consorzio (con sede a Napoli in piazza Matteotti) , presieduto dalla dottoressa Lucia Rea?
Quella di riutilizzare, attraverso progetti specifici, i beni sequestrati alle mafie e di varare sportelli anti-racket e anti usura a tutela dei commercianti taglieggiati, sfruttando risorse regionali e nazionali. Fu il Commissario straordinario, Gabriella Tramonti, a dare una spinta propulsiva al riutilizzo dei numerosi beni confiscati sul territorio maranese, coordinandosi spesso con il Consorzio. Così come, durante la sua reggenza, si cercò di coinvolgere anche LIBERA, la nota associazione antimafia, per portare avanti alcuni progetti, tra cui lo sfruttamento, a fini produttivi (attraverso una cooperativa di giovani), dei terreni confiscati alla malavita organizzata.
Di Domenico Rosiello